
Trovata su un forum di motociclisti
HD, japs, Ducati... non mi dicono niente di più ci quello che mi possa dire un grezzo pezzo di ferro.non riesco a vedere un'anima sotto quel metallo, quelle cromature, quel rumore.ma quando incrocio una Guzzi...Provai cautamente a guardare quelle moto sotto un altro punto di vista, che esulava da grafici, cifre, misure e prestazioni, iniziando ad apprezzare la sensazione di solidità e sicurezza emanata da quell'incedere poderoso ma nel contempo leggero.Cominciai a notare che le Guzzi hanno effettivamente una loro personalità: le riconosci a distanza, con quei due cilindroni a V, che quando le incroci sembrano che ti dicano: "Io ne ho due, grossi così, e non ho intenzione di nasconderli. E tu?"Mi scoprii stranamente passivo nel farmi conquistare dall'inconfondibile rombo di quel motore instancabile; sembrava che le Guzzi volessero trasmettere un messaggio a chi stava loro in sella: "Non preoccuparti, ci sono qua io".Mi trovai a considerare la mia moto giapponese (ottima moto, niente da dire) solo come un mezzo di trasporto che serviva a portarmi da un punto A a un punto B; praticamente un'auto a due ruote, nulla più.Mi resi conto che la malattia comune a tutti i Guzzisti del mondo e che li rende tali spesso per tutta la vita, stava entrando in mee io,per la verità,stavo facendo pocoo nullaper impedire che ciò accadesse.I Guzzisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi.Il vero preparatore di Moto Guzzi è soltanto colui che sa fare della soluzine un enigma.Di fronte alla propria moto è bene ritenere insignificanti tante cose e significante tutto.Preghiera per i Guzzisti: "Signore perdona loro, perchè sanno ciò che fanno!".
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