
Bassa, lunga ed acquattata sulle sospensioni, la V7 Sport debuttò sul mercato con un inusuale accostamento cromatico ottenuto con il verde denominato “Legnano” delle sovrastrutture in contrasto con il telaio rosso, riservato ai primi 150 esemplari assemblati presso il reparto esperienza della Moto Guzzi e dotati di telaio in tubi al CrMo e di modifiche di dettaglio nella distribuzione e nell’accensione rispetto alle successive versioni dotate del telaio di colore nero.
Dotata di un eccellente comportamento dinamico la V7 Sport impressionò il pubblico e la critica specializzata per esser stata la prima moto al mondo prodotta in serie in grado di superare la velocità massima di 200 km/h, un fatto portato all’onore della cronaca nel 1972 da una nota rivista motociclistica italiana. Simbolo della moto sportiva “all’italiana”, tutta sostanza e niente fronzoli, la V7 Sport riappare magicamente oggi nei tratti distintivi della nuova V7 Cafè Classic. Le analogie con l’illustre antenata convergono nell’eccellenza del comportamento dinamico e nella classe espressa negli stilemi comuni, come tonalità verde “Legnano” delle sovrastrutture, le ricche cromature, i semi manubri inclinati, il cockpit della strumentazione e altri dettagli inconfondibilmente Moto Guzzi.


Un gran contributo sotto il profilo del confort lo offre anche la sospensione posteriore, con il doppio ammortizzatore che consente un’escursione ruota di 118 mm e la possibilità di regolazione del precarico molla, per adattarne l’assetto alle diverse condizioni di guida. In marcia è gratificante la presenza di un cockpit che ricorda nei quadranti le strumentazioni Veglia-Borletti degli anni ’70: ma a ricordare che siamo alla guida di una moto moderna, vi è la presenza di un duplice display, con le funzioni d’orologio, temperatura esterna e contachilometri totale e parziale, che s’integra sobriamente nei quadranti del tachimetro e contagiri.
L’elemento chiave della moto è il telaio a doppia culla, con elementi inferiori imbullonati e staccabili. Particolare attenzione è stata dedicata alla geometria dello sterzo, dove il cannotto ha un’inclinazione di 27°50’, un angolo d’incidenza che assicura stabilità e precisione nei cambi di direzione, grazie anche al supporto della forcella Marzocchi, che adotta steli da 40 mm. La sospensione anteriore ha un’escursione di 130 mm ed è combinata con l’azione dei due ammortizzatori posteriori, regolabili nel precarico molla, che si estendono per 118 mm. Il comparto frenante consta di un disco anteriore flottante da 320 mm e uno posteriore da 260 mm. Particolare è anche la sezione delle ruote, con l’anteriore da 18 pollici e il posteriore da 17 per una gommatura a spalla alta, che restituisce al veicolo un’eccellente maneggevolezza e gran sensibilità di guida.
In termini di prestazioni massime, sorprende come a soli 3600 giri/minuto è già disponibile il valore di coppia massima, pari a 54,7 Nm. E se lo scatto non manca, anche la potenza massima, vicina ai 50 CV, è perfettamente in sintonia con il carattere della V7 Cafè Classic, una moto che non deve sfidare il cronometro ma semplicemente divertire. A questo contribuisce, come in ogni Moto Guzzi, il sound baritonale emesso dal bicilindrico Lariano. La sonorità generata dall’inedito doppio scarico della V7 Cafè Classic è, infatti, tra le più gratificanti tra quelle prodotte dal bicilindrico Moto Guzzi.
--------------------------------------------------------------
Da Motorsport.
http://www.motorsport.it/articolo/3333/moto-guzzi-v7-classic.html

Presentata a Milano l’affascinante proposta per gli amanti di classiche e del retrò con tanto stile. Porta un marchio storico, quello della Moto Guzzi ed un nome altrettanto storico, V7. La Moto Guzzi V7 Classic non è una nuova moto con un nome noto, bensì è una vera e propria rivisitazione in chiave moderna (non troppo) di una classica che riscosso tanto successo e che vanta ancora oggi tanti appassionati e collezionisti in tutto il mondo. Fantastica per passeggiare con stile, la V7 Classic è una moto facile per muoversi in città e fuori porta, senza cercare le prestazioni, ma assaporando e rievocando le magnifiche sensazioni che 30 o 40 anni fa una Guzzi poteva regalare.
Tutto è classico.
Tecnologia e vintage.
Raggi…
Nulla è anacronistico… In bella mostra anche il motore bicilindrico con le teste cromate, la candela a vista e i tubi di scarico cromati che partono da lì, curvano e proseguono fino ai terminali a sigaro. Il bicilindrico fa parte della serie small block, ha un cilindrata complessiva di 744 cc e eroga una coppia massima di 54,7 Nm a 3.600 giri al minuto. La potenza massima registrata è di 50 cavalli. La trasmissione è affidata al cardano.
Posizione anni ’70.
Passeggiando con gusto.
Lancio…
Dal sito: Moto Guzzi.
http://www.motoguzzi.it/it_IT/prodotti/naked/v7_classic/v7_classic/default.aspx
Nel 1967 il mercato motociclistico fu scosso dall’apparizione della prima maxi moto italiana: era nata la Moto Guzzi V7. Sintesi del genio di Giulio Cesare Carcano, la V7 segnò il debutto del bicilindrico trasversale a V di 90° dotato di una cilindrata di ben 703cc, valore record per l’epoca. Accolta con straordinario successo di critica e di pubblico, la V7 ha promosso l’immagine del marchio nel mondo, attraverso la fama di una moto di prestigio, confortevole ed elegante oltre che affidabilissima. Per molti proprietari è stata l’espressione di una parte importante della loro vita, quella legata ai ricordi di gioventù, di viaggi e amicizie, in un periodo storico tra i più fulgidi del marchio. Quaranta anni più tardi, questo passato positivo, complice il presente periodo di pieno rilancio del marchio, ha fatto scoccare la scintilla creativa della nuova V7 Classic. Una moto di forte carica emotiva, che nasce dall’interpretazione di un concetto di bellezza essenziale, riconducibile allo stile della V7 delle origini, ma con tutta la moderna tecnologia ignota alla leggendaria antenata. Moderna nella dotazione tecnica, nella ciclistica e nel propulsore Euro3 da 750cc, la V7 Classic ricorda l’antenata nelle linee del serbatoio, che corre stretto ed affusolato lungo i tubi del telaio per congiungersi con la sella, perfettamente piatta e solidale al parafango posteriore. Non mancano i fianchetti laterali portaoggetti che completano stilisticamente, come nella celebre progenitrice, la vista laterale della moto. Il fascino della V7 Classic si esprime anche dal ritorno di lucenti cromature, come quelle che identificano l’impianto di scarico, gli ammortizzatori, la fanaleria posteriore, il tappo serbatoio, il gruppo ottico anteriore, il confortevole manubrio e che incorniciano i quadranti del tachimetro e contagiri.
Da: Infomotori
Moto Guzzi V7 Café - Test Ride. La Guzzi V7 Classic l'abbiamo vista e provata l'anno scorso: un richiamo molto ben riuscito al classico modello Guzzi che conquistò l'attenzione del mondo e che strabiliò per le sue caratteristiche, all'epoca, avveniristiche. Oggi viene riproposta in versione Cafè, ossia, quello stile sportivo retrò che tanto piace agli avventori dell'Ace Café a Londra e non solo.Se la Classic era molto carina esteticamente, questa è proprio un'affascinante bellezza: colpisce subito la colorazione oro del serbatoio stretto e lungo, sotto cui escono le due testate a V da cui, a loro volta, partono i collettori di scarico che, senza troppi aggrovigliamenti, vanno dritti verso il posteriore dove finiscono in 2 terminali, uno per lato, a lieve tromboncino. Le ruote sono a raggi, anche queste in perfetto stile retrò, come il fanale tondo, la strumentazione a due quadranti circolari analogici e il cardano (che già agli albori allestiva questa moto). Ma le chicche per gli esteti vengono da tre particolari: le fiancatine con le griglie, la sella posteriore sagomata in stile monoposto anni '70 e soprattutto i semimanubri inclinati che ci fanno subito pensare alla posizione schiacciata sul serbatoio che assumevano i piloti dell'epoca: gomiti stretti, ginocchia ben chiuse e giù a testa bassa a divorare strada.Sarebbe stato bello provarla in una gara extraurbana magari su strade bianche, ma il traffico cittadino e qualche allungo in zone più solitarie, ci hanno fatto capire che cuore batta in quest'aquilotto.
Prova su stradaCi avviciniamo alla moto e invece di salirci, ci scendiamo: la V7, infatti, è per vocazione bassa e aderente al suolo, di conseguenza non ci si sale, ma ci si scende sopra; giriamo la chiave e la mettiamo in moto e subito sentiamo esattamente il rumore che ci saremmo aspettati e che avremmo voluto sentir uscire dai due tubi di scarico. La posizione in sella è comoda, forse solo chi ha le gambe un po' troppo lunghe dovrà fare attenzione a non poggiare le ginocchia sulle testate, a meno che non voglia squagliarle, la bombatura della sella è di grandissimo effetto, ma limita la presenza di un passeggero a soli/e minorenni anoressici/anoressiche, nel caso in cui non lo sia il pilota. Giù la prima e si parte. Colpisce da subito il fatto che non si possa stare come su qualsiasi naked col busto dritto, la presenza dei semimanubri invita, quasi costringe, a stare caricati sull'avantreno, come si usa nelle sportive, ma con gran sorpresa, senza affaticare i polsi. Quando si procede e si vuole fare una curva, basta accennare un minimo spostamento del corpo e la moto subito sembra voler buttarsi in piega, la velocità di reazione è impressionante e anche la stabilità è buona. Certo non si arriva a chissà che velocità, cosa che giustifica la presenza di un solo disco all'anteriore, ma ci si arriva divertendosi. Le due sospensioni posteriori assorbono abbastanza bene buche, buchette e tutta quella serie di fastidi che le nostre strade offrono, mentre talvolta nel passare dalla prima alla seconda delle 5 marce, incappiamo nel folle: volendo anche questo potrebbe essere considerato un ritorno agli anni '70.In città è divertentissimo andarci in giro, fermarsi al bar e vedere i capannelli di nostalgici che si avvicinano e fanno domande, senza contare che le donne sembrano rimanere molto affascinate da questa piccola sportivetta. Anche qualche gita fuori porta potrebbe essere un ottimo utilizzo per la V7 Cafè, che se da una parte limita un po' di spazio della sella con la sua bombatura, d'altro canto offre un buon comfort grazie alla generosa imbottitura della stessa. È una celebrazione, è un saggio di raffinato stile, è una compagna da passeggio e una spalla per farsi notare, è un mezzo per esteti, è il bello del non correre sempre a tutti i costi, è un richiamo alle origini, è la bellissima Guzzi V7 Cafè.
---------------------------------------
Altri link per informarsi sulla V7.
Wikipedia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Moto_Guzzi_V7_Sport
MSN Motori.
http://motori.it.msn.com/moto_e_scooter/prove/article.aspx?cp-documentid=8582273
Nessun commento:
Posta un commento