giovedì 16 luglio 2009

Viaggiare e' (in)felicita' ?



Viaggiare e' (in)felicita' ?

tratto da:
http://www2.units.it/~diciotto/moto/filo2.htm


In realta' non conta quanto uno viaggia, ma quanto vorrebbe viaggiare.

Un camionista che fa 10.000 km a settimana sognando di stare a casa viaggia ben meno di un ragazzino che sogna di caricare la Vespa o la moto e di girare il mondo.



Rieccomi qui, confuso e stanco. Piu' che stanco direi in "stand by". La mia povera moto e' ferma durante la settimana poiche' ha l'impianto elettrico piu' morto che vivo. Solo nel weekend cerco di caricare la batteria con la corrente a 220v, con il nastro adesivo blocco le varie levette sul manubrio nell'unico irrazionale modo che pare permette di far giungere corrente ai due fari fendinebbia sul paracilindri (...il faro centrale e' ben che defunto, come frecce e clacson), e parto. E non posso fermarmi, se non isolando la batteria dalla moto in quanto altrimenti ci sono delle perdite che sfiancano la batteria. Tutto cio' fin quando tornera' il mio elettr-moto, ora in ferie. E potro' portarla da lui. Chissa' quanto tempo me la terra'... Il Concessionario BMW non e' stato capace di risolvere il problema. Ma almeno mi ha fatto il tagliando "meccanico" riportando le valvole alla normalita', poiche' era piu' di 10.000 km che nessuno si curava di loro (gli ultimi 3500 km fatti in 5 giorni...). Ora sono qui, a fare "baruffa" con i miei genitori, come al solito, poiche' si avvicinano i 5 giorni di ferie dal mio nuovo lavoro e sto gia' pensando dove andare. Si finisce sempre prima a parlare di soldi, poi sul perche' si viaggia.
Da come terminano le nostre discussioni, pare che io non sia molto bravo a fare valere le mie ragioni. Non devo essere bravo no, se in 5 anni non sono mai riuscuto a convincere manco una volta il mio amico-nemico Pisolo (il nome spiega molto) a fare un Viaggio in moto, solo vacanze... Non devo essere molto bravo no, se una volta una ragazza - la prima volta che uscivo con lei - mi ha chiesto di farle leggere le cose che scrivevo a proposito di viaggi (il discorso era caduto li'...) e dopo averle lette, i giorni successivi, non si e' fatta piu' sentire. Mai piu'....mah. Non devo essere molto bravo, infine, se ogni volta che rivedo la mia "ex" mi dice che una delle cose che rimpiange di meno (ammesso che ne rimpianga qualcuna) sono le decine di migliaia di Km che le ho fatto fare. Si vede che non ha capito niente.
Forse so perche' non sono bravo. E' che forse non so nemmeno io perche' viaggio. Poi in questo immenso mare di Internet - chissa' come - qualche navigatore per caso approda qui e legge queste righe. Non sa chi sono e non ci conosciamo. Ma poi mi scrive una mail e mi dice qualcosa che ripaga di tutte le fatiche, di tutti i km, di tutte le baruffe, di tutti i rischi, di tutti i pacchi. Di tutte le battute sulla moto o sul pilota. Di tutto. La piu' bella mail che ho ricevuto iniziava cosi': "gia' che sei un motociclista-filosofo...." e poi mi chiedeva qualcosa. E' stato il piu' bel complimento che ho mai ricevuto.
Ma come filosofo sono (immodestamente) simile a quello che diceva Socrate: "so di non sapere". Vero...so molto bene di non sapere. Non so cosa mi spinge a viaggiare, a passare solo ore in sella, a sentire il caldo sulle tibie di estate, e il freddo sulle mani di inverno. A porconare dietro automobilisti o altro che mi fanno tiri mancini, a rovinarmi il fegato con parenti e amici per questa mia "mania" (droga l'ha definita mio padre oggi). Non so perche' avere la moto piena di valige e il serbatoio pieno, e la tenda dietro di me, ed essere davanti al garage la mattina pronto per partire, mi fa sentire felice. Anche se poi l'acqua fredda ti entra oltre la tuta quando piove, e arrivi in un campeggio dove da solo pianti la tenda di notte mentre gli altri dormono e ti fai il tuo "bacon" saltato in padella. O quando con le mani luride dal caldo (le mie manopole col caldo mollano nero...) e dall'aver montato e smontato i bagagli sulla moto infangata e oliata, ti fermi al semaforo e guardi le persone in auto al fresco con l'aria condizionata, mentre tu sei con i calzoni di pelle a 4000 gradi e mentre loro in quel momento hanno nell'abitacolo la stessa temperatura che hanno nell'abitacolo di inverno, nell'ultimo weekend di gannaio, quando tu sotto la neve di chiedi se mai arriverai a quel benedetto-maledetto paese di Turmansbang-Solla.
Conosco amici che non hanno bisogno di spostarsi di un millimetro da casa. Non so come dire. Li invidio, ma non farei mai scambio col loro posto. Hanno il lavoro, hanno la donna, hanno la casa, hanno i soldi. Hanno l'auto o lo scooter. O la moto e fanno talvolta in un mese i km che faccio in una settimana o in un weekend. So bene che il valore di una moto o di una persona non aumenta con il contakm, ma non mi pare un buon motivo per farne di meno. In realta' non conta quanto uno viaggia, ma quanto vorrebbe viaggiare. Un camionista che fa 10.000 km a settimana sognando di stare a casa viaggia ben meno di un ragazzino che sogna di caricare la Vespa o la moto e di girare il mondo. Non vedo l'ora che sia domani, voglio mettermi a riparare (con scarse conoscenze tecniche e ancor meno materiali) il supporto delle motovalige, stroncato da un mio errore. Soffro per lei quando la mia moto sta male. Soffrivo per lei in autostrada in Danimarca, quando sentivo le valvole sbattere in testa, e non potevo fare nulla poiche' il treno se no' scappava.
Piu' penso che il viaggio sia una ricerca, piu' penso che chi viaggia sia una persona semplice (forse troppo) che cerca qualcosa. Altri cercano in maniera meno primitiva. Forse piu' efficace, forse meno rischiosa, forse meno divertenrte. Che cerchi se stesso, Dio o una donna. O tutte e queste cose insieme. O che cerchi di scappare dal passato. Dagli errori. O che cerchi la liberta' o la felicita'. Un mio amico mi ha detto "Dio lo trovi solo in te stesso". Lui e' di certo piu' acculturato di me, e avra' ragione. Cio' non toglie che io preferisco cercarlo viaggiando. Magari dentro di me, se bisogna fare cosi', ma viaggiando. Cercarlo dentro di se stando seduti in salotto e' noioso. A questo punto potrei giungere alla conclusione che i km sono proporzionali alle sete di conosenza e di ricerca, e quindi se vogliamo di desiderio e di infelicita', nel senso di incompletezza. Chi ha gia' risolto tutto non ha bisogno di cambiare, non ha bisogno di muoversi. Se si e' perfetti il movimento causa imperfezione. Se si e' imperfetti puo' aiutare. Allora meglio essere imperfetti. La mia moto col motore fermo non sta bene.

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