
Day By Day Harley Davidson Electra Glide
Dal sito: Motorbox
Grande, grossa e così piena di accessori da far impallidire le supercar. La Electra incarna alla perfezione l’opulenza motociclistica americana. 385 kg spinti da due cilindri a corsa lunga che si lasciano condurre così facilmente da lasciare senza parole. Non guidatela. A meno che non ve ne vogliate innamorare.
Giovedí, 27 Novembre 2003
Stefano Cordara
Ci sono moto che arrivano, mi passano tra le mani e se ne vanno senza lasciare in me nulla se non il gusto di averne provata "una in più". Altre mi lasciano un buon ricordo, altre ancora, invece, mi conquistano a tal punto che le vorrei piazzare nel mio box virtuale. Poche, in verità, quest’ultime sono quelle che mi fanno venire un’incredibile voglia di guidare, che quando sono in sella non scenderei mai. Quelle che mi fanno sempre cercare il percorso più lungo. Bene, tra queste moto inserisco di diritto la Electra Glide Ultra Classic. Marca Harley Davidson per chi non lo avesse capito.
Grande, grossa e così piena di accessori da far impallidire le supercar. La Electra incarna alla perfezione l’opulenza motociclistica americana. 385 kg spinti da due cilindri a corsa lunga che si lasciano condurre così facilmente da lasciare senza parole. Non guidatela. A meno che non ve ne vogliate innamorare.
Giovedí, 27 Novembre 2003
Stefano Cordara
Ci sono moto che arrivano, mi passano tra le mani e se ne vanno senza lasciare in me nulla se non il gusto di averne provata "una in più". Altre mi lasciano un buon ricordo, altre ancora, invece, mi conquistano a tal punto che le vorrei piazzare nel mio box virtuale. Poche, in verità, quest’ultime sono quelle che mi fanno venire un’incredibile voglia di guidare, che quando sono in sella non scenderei mai. Quelle che mi fanno sempre cercare il percorso più lungo. Bene, tra queste moto inserisco di diritto la Electra Glide Ultra Classic. Marca Harley Davidson per chi non lo avesse capito.
Lo dico sinceramente, ho sempre guardato con scetticismo e diffidenza alle affermazioni di un paio colleghi assolutamente innamorati della Electra che spesso si lasciavano andare a dichiarazioni enfatiche tipo "io in città la uso come uno scooter". Invece, cavolo, è tutto vero!
DISARMANTE
Per capirlo basta innestare la prima e fare cento metri: la prima cosa che colpisce di questa monumentale due ruote è come i suoi quasi 400 kg si lascino condurre con tale disarmante facilità… Ritiro la "mia" Electra giusto prima di un tour de force attraverso un po’ di presentazioni stampa. Dopo un’estate passata in auto avevo una dirompente voglia di moto. Scatta quindi la richiesta all’ufficio stampa HD per una "Harley con le borse" per potermi spostare comodamente e rapidamente da una presentazione all’altra. Non pretendevo tanto, ma già che è arrivata…
MAI GIUDICARE, PRIMA Come spessissimo accade, la Electra è pronta a confermare con i fatti il detto "mai giudicare se non si prova". Chi la vede passare o la osserva parcheggiata sulla sua lunga stampella laterale che pare quasi cedere sotto il suo peso, mai e poi mai penserà che questa moto si possa guidare così… eppure è tutto vero. La Electra è una moto incredibile, quella che a mio modesto parere incarna alla perfezione il gusto tutto americano per l’opulenza e l’esagerazione.
DIMENSIONE HARLEY
Grossa, ingombrante, accessoriata come una berlina di lusso è un punto di vista del mondo-moto del tutto particolare. Quando ci sali entri in un'altra dimensione, ti passa la voglia di correre e vieni preso dalla voglia di goderti il viaggio ad andatura rilassata, ascoltando un bel CD, guardando il panorama e godendo del trottare di questo bicilindrico. Roba quasi d’altri tempi, una dimensione che il motociclista "nostrano" pare aver perduto da tempo.
Eppure, con il suo comodo abbraccio la Electra ti conquista ora dopo ora, chilometro dopo chilometro e lentamente anche tu, motociclista duro e puro, cominci ad apprezzare prima e a giudicare indispensabili poi tutti quegli "inutili" accessori che la farciscono: Sintolettore CD con regolazione automatica del volume, interfono integrato, cruise control, frecce a rientro automatico.
COMODOSA
Sprofondato sulla sella-divano, radio accesa (con il jet si sente bene fino ai 140), in autostrada non si può fare a meno del cruise control (attivo fino ai 140 orari) con il motore che galoppa (la sensazione è proprio quella) ai 4.000 giri. Protezione totale dall’aria (soprattutto con i paragambe), nessuna vibrazione, il fissaggio elastico del motore fa davvero un gran lavoro (e basta appoggiare una gamba contro il carter del motore per rendersene conto), si potrebbe andare avanti così per ore se non fosse che prima o poi finisce la benzina.
CONSUMO PRECISO
E con la Electra è la prima volta che mi capita di finire un serbatoio prima che io senta l’esigenza di fermarmi per sgranchirmi un po’. 246 chilometri di autonomia, non uno di più non uno di meno, la Electra pare un orologio svizzero, accendendo la spia della riserva con una precisione impeccabile e la cosa più curiosa è che il consumo non è assolutamente influenzato dal percorso. Balla il chilometro in più o in meno, ma autostrada o montagna che sia si fanno sempre gli stessi chilometri con un pieno.
Ebbene si, potevo fare solo autostrada, ma siccome, come ho già detto, questa moto mi fa venir sempre voglia di allungare il giro, ho deciso di allungarlo sul serio. Fuori dal Brennero su per i passi, Val di Fassa, Passo Pordoi, Cortina d’Ampezzo, tutto il Cadore fino a Tolmezzo, un milione di curve, tutte in statale. E l’Electra non finisce di stupirmi. Chi vive la moto solo con il ginocchio per terra non potrà mai capire questo camper a due ruote; ma quando lo guidi capisci che la moto non è solo mettere il naso dentro un cupolino, moto è anche questo. In salita, su per i tornanti, questa monumentale motocicletta non si smentisce riuscendo ad essere a modo suo anche divertente.
GIU DI GIRI
Capisci che il sottile piacere di uscire dalle curve a 1.000 giri con il motore che gli puoi contare i battiti non è meno appagante nel sentire urlare un quattro cilindri sportivo. E che dire del cambio, lento, lungo ma che nella "dimensione Electra" non vorresti differente da com’è, bilanciere compreso. Peso a parte, tutto sulla Harley contribuisce a rendere facile la guida. La morbidezza del motore, il baricentro rasoterra, il manubrio dall’ampio braccio di leva offrono a chiunque la possibilità di condurre la HD con una mano sola.
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GUIDA PULITA
E va detto che, contrariamente a quanto si pensi, l’equilibrio della moto la rende assolutamente gradevole da guidare anche sui tornanti. Certo occorre conoscerne e rispettarne gli ovvi limiti, la frenata non è quella di una sportiva, tutt’altro (ma adatta all’indole della moto), e la guida deve essere rotonda e lineare, con il piede sempre appoggiato sul freno posteriore (potente quasi quanto i due anteriori) per correggere la naturale tendenza ad allargare la traiettoria. Ma, fatto questo, la big Harley si guida in modo assolutamente piacevole. Non è certo una sveltona, i 70 cavalli del big twin da 1450 cc devono spingere una massa considerevole, la lancetta del contagiri sale lentamente, ma guidando la Electra sinceramente non si vorrebbe nulla di più. Comunque, una volta lanciata può correre fino ai 180 indicati anche se la sua velocità perfetta è 140-150 all’ora. Luce a terra, ovviamente, molto limitata, il cavalletto e le pedanone toccano fin troppo in fretta, ma io ho avuto una guida forse un po’ troppo… sportiva.
MARATONA BIKE
Partito-arrivato– tornato. Tutto in tre giorni, e con dentro tante di quelle montagne da stancarsi. La Electra ha sempre marciato come un orologio, impeccabile con il suo motore dall’incedere un po’ zoppicante che alla fine, lo ammetto, un po’ mi è entrato nel cuore. È la moto da viaggio per eccellenza, una vera macina chilometri. La capacità di carico offerta da borse e bauletti è davvero elevata, soprattutto quella del top case ad apertura laterale, che può reggere anche la durissima prova fidanzata-con-guardaroba. Il mio zainetto quasi quasi si sentiva solo. È stata la mia compagna di viaggio verso Faaker See è stata la compagna per tanti giorni nel tragitto casa ufficio, in mezzo al traffico di Milano. Ebbene si, alla fine anche io la usavo come uno scooter.
Ma, sono tutte rose e fiori? In effetti no. La Electra come tutte le moto ha i suoi punti deboli. È una moto unica nel suo genere, che trasmette tanto al suo pilota, caldo compreso. Bastano qualche minuto di coda o un breve itinerario nel traffico perché il calore sprigionato dal cilindro posteriore e dai collettori di scarico diventi insopportabile nel vero senso della parola mandando in ebollizione le cosce dello sventurato pilota.
HO I BOLLORI
Il consiglio, se si prevede di fare tanto traffico, è di levare i paragambe per migliorare un poco la situazione che d’estate può diventare irresistibile. La frizione potrebbe essere più morbida e le (troppo) grosse leve (non regolabili nella distanza) non aiutano chi ha le mani piccole. La chiave serve solo per bloccare il bloccasterzo ma non va dimenticata nel blocchetto pena lo smarrimento perché (volutamente) non resta fissa nella sua serratura. Trovo molto utili gli indicatori di direzione a rientro automatico ma un po’ fastidioso l’inserimento automatico dell’antifurto che tra l’altro risulta molto sensibile alle interferenze radio che inquinano l’etere. Non è raro pertanto rimanere con la moto piantata in parcheggio. In realtà spesso basta spostarla a spinta di qualche metro perché tutto torni a funzionare, ma con una moto da 385 kg a secco la cosa non è proprio un gioco da ragazzi.
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LA SCHEDA DEL DAY BY DAY
Tempo di utilizzo: 33 giorni
Km percorsi: 1760 Dove: 40% autostrada, 20% città, 40% extraurbano
Litri benzina consumati: 119
Consumo medio: 14,78 km/l
Inconvenienti registrati: Interferenza telecomando antifurto con conseguente blocco della moto.

Economia
Prezzo franco concessionario
25.000 €
Omologazione
Euro ì
Tecnica
Motore
4T
Alesaggio
x mm
Cilindrata
1449 cm³
Rapporto di Compressione
n.d.
Numero cilindri
2
Tipo motore
a V
Orientamento
longitudinale
Alimentazione
Iniezione
Potenza
67 cv 49 kW
Regime di potenza massima
5500 giri/min
Coppia
107 Nm
Regime di coppia max.
3400 giri/min
Velocità max.
165 km/h
Cambio
5 marce
Trasmissione finale
cinghia
Avviamento
elettrico
Ciclistica
Telaio
n.d.
Materiale telaio
n.d.
Freni anteriori: numero
2
Freni anteriori: tipo
disco
Diametro freni anteriori
n.d. mm
Freno posteriore: tipo
disco
Diametro freno posteriore
n.d. mm
Cerchio anteriore
n.d.
Cerchio posteriore
n.d.
Pneumatico anteriore
n.d.
Pneumatico posteriore
n.d.
Dimensioni
Peso
385 kg
Lunghezza
250 cm
Larghezza
n.d. cm
Altezza sella
69 cm
Interasse
n.d. mm
Capacità serbatoio
19 l
Salutato il mio secondo Road King Classic (grandissima moto!) entro in possesso di una Ultra del Centenario che non ho potuto assolutamente non comprare per il prezzo a cui mi veniva offerta e le condizioni (apparenti aggiungo incrociando le dita visto che ho il tagliandone delle 20,000 miglia in calendario per meta´ Maggio) in cui era. Esteticamente e´ davvero imponente e con il baulone e il parabrezza alto sembra quasi di "entrare" in moto piu´ che di salirci sopra. Questa e´ la prima differenza rispetto al King ed il passaggio dal King all´Ultra e´ piu´ sorprendente di quanto uno si possa immaginare. In fondo hanno lo stesso motore e lo stesso telaio e quindi una si aspetterebbe un comportamente molto simile. Invece le manopole piu´ arretrate in virtu´ di un manubrio di impostazione prettamente turistica e la presenza del Tour-pak a caricare il posteriore fanno si che l´avantreno sembri piu´ leggero di quello del King e il peso, fermamente sulle natiche, toglie quel minimo di carico sui polsi a cui ero piacevolmente abituato con il King. Quindi primo paio di settimane di guida molto circospetta cercando di capire cosa l´Ultra mi racconti nelle varie situazioni. In citta´ : essendo io abituato al King che gia´ usavo come scooter per andare a lavorare il passaggio non e´ particolarmente drammatico. Ovviamente si avverte (e pure parecchio) la presenza del baulone che tende a " tirare giu´ " la moto in entrata di curva ed a limitarne la stabilita´ una volta inclinata. Il cupolone, unito ai paragambe, limita parecchio la visuale soprattutto da vicino il che in citta´ puo´ essere antipatico soprattutto quando si cerca di passare fra due file di macchine. Il motore e´ il solito mulo. Al semaforo parto in prima fino a 2500 giri, clunk, clunk, terza. In terza praticamente si fa tutto tranne che partire al semaforo. Se devo andare un pochetto piu´ veloce butto dentro un´altro paio di marce e mi arrangio con la quinta. Cosi´ facendo limito le cambiate e le rotture di maroni mie e degli altri visto che le Screaming Eagle abbaiano parecchio sotto sforzo. Avere una moto che ruggisce e scuote le budella dei passanti nel raggio di tre isolati e´ simpatico ma devo ammettere che non e´ piu´ fra i primi dieci motivi per cui mi piace avere un´Harley.


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