venerdì 17 luglio 2009

Essere motociclista è una situazione emotiva, non materiale.



L'essere motociclista è una situazione emotiva. Non si è motociclisti quando si ha una moto, e neanche quando si hanno più moto in garage, e neanche quando si è proprietari di un negozio di moto.

Si è motociclisti dentro, e talvolta sono più motociclisti quelli senza moto, rispetto a quelli con la moto.
Mi spiego.

E' come l'amore. E' come essere fidanzati. Essere fidanzati, sposati, amanti, non è una situazione di fatto. Non si è fidanzati quando ci si scambiano gli anelli, si vive insieme, si esce insieme e si compra la casa insieme.

Essere fidanzati è una situazione emotiva.

Si è fidanzati quando il pensiero corre sempre all'altra persona, quando vai in un posto da solo e dici "che bello, ci devo portare lui/lei"; sei fidanzato quando parli con una persona dell'altro sesso e dici a te stesso "si si, tu sei carina simpatica, ecc... ma quanto è meglio lui/lei"; si è fidanzati quando la persona la stimi sopra ogni altra. Certo... se l'altro non ricambia... allora è un casino, perchè il fidanzamento, l'amore, non è ufficiale ed è solo da una parte.

Ma il fidanzamento, l'amore, e il matrimonio, sono stati dell'anima, non status ufficiali.
In tal senso sono più "sposate" quelle coppie che, dopo la separazione, vivono in case diverse ma per amore dei figli si ritrovano a fare molte cose insieme, tipo vacanze, spese, compleanni, ecc., senza più litigare, trovando in tal modo una sorta di armonia; sono più uniti loro che alcune coppie "ufficiali" che stanno insieme, si, a parole, ma poi litigano per un nonnulla, si disprezzano, parlando male dell'altro anche in pubblico, e non mostrano affetto l'un altro.

In tal senso mi sento ancora un po fidanzato con la mia ex, perchè se è vero che ci siamo lasciato perchè abbiamo due caratteri incompatibili, è pure vero che spesso faccio dei pensieri del tipo "in questo posto ci porto lei, qui ci verrei a mangiare con lei, questa cosa la compro per lei".
Anche essere motociclista è così.

Il motociclista è motociclista dentro, non fuori. Non basta una Harley Electra Glide o una Ducati 998 per fare un motociclista.

Il motociclista è quello che pensa alla moto anche quando sta seduto in ufficio. E' quello che quando va in auto perchè la sua donna, il suo amico, ecc., non vogliono saperne di moto, pensa "che palle questo (o questa) la prossima volta vado da solo".

E' quello che quando si ferma a mangiare preferibilmente deve avere la moto a vista per continuare ad ammirarla anche da fermo.

E' quello che se passa con l'auto da una strada, da un posto, da una località, dice "qui ci torno in moto".

E' quello che ogni scusa è buona per prendere la moto e salirci sopra.

E' quello che si compra l'abbigliamento da moto e ci va in giro tutto il giorno perchè così è più comodo e sta più caldo, si, ma sotto sotto il vero motivo è anche che mentre è seduto alla scrivania o sta servendo il pubblico si sente un po' in moto.
In tal senso io ero motociclista anche quando avevo solo lo scooter.
Perchè ogni volta che vedevo una custom mi ci vedevo sopra.
Ogni volta che salivo sullo scooter mi immaginavo seduto su una custom, perchè avevo un Beverly che con quel faro tondo mi ricordava tanto le grosse cruiser tipo Harley, o Wild Star.

E quando andavo in auto, mentre affrontavo una curva, mentre passavo da un posto di montagna, mi visualizzavo io in quel paesaggio seduto su una grossa custom. Anzi per la verità ancora oggi quelle poche volte che salgo in auto e viaggio, mi visualizzo su una moto.

Talvolta quando una moto mi supera, specie se è una Harley o una custom, cerco di starle dietro per assaporare un po' dell'atmosfera che il passaggio di una moto sa offrirti.
Non sono motociclisti, invece, quelli che la moto la usano solo per fare qualche giro ogni tanto. Quelli che non la usano perchè la moglie non vuole.

Un mio amico mi ha detto che era un motociclista appassionato; poi, racconta, ha smesso perchè la moglie gli ha detto "scegli, o me o la moto" e lui ha ha scelto lei. Una scelta del cazzo, non tanto per la donna in , non perchè la moto possa affrontare il confronto con un partner, ma perchè ha scelto una donna che lo amava così poco da togliergli una passione, da non rispettarlo nei suoi desideri.

Infatti penso che la mia ex, in fondo, mi voglia proprio molto bene se nonostante il suo terrore per le moto si è comprata un casco e ogni tanto ha accettato di salire con me sul mio bestione.
Non sono motociclisti poi, quelli che non la prendono se piove, se fa freddo, se c'è vento, se c'è nuvolo, se è troppo caldo, se è sera, se la strada è troppo lunga, se... se... se....
Non sono motociclisti quei venditori di moto che non sanno trasmetterti la passione.
Tempo fa andai in un concessionario Harley e chiesi la differenza rispetto alle giapponesi. Quello mi rispose "le giapponesi vanno molto meglio, ma la Harley è un mito".
Una risposta del cazzo, che non trasmette nulla, e anche anzi ti fa venire voglia di acquistare altro.
Oggi, che ho una Harley, saprei cosa rispondere. Ad un ipotetico cliente risponderei: "E' vero. Una giapponese è mediamente più affidabile e talvolta anche più comoda. Ma la Harley costa di più perchè ogni pezzo è d'acciaio e dura una vita. Perchè quando il motore è finito è ha 200, anche 300.000 km, lo mandi a rigenerare, te lo rifanno nuovo anche dopo 50 anni. E i pezzi di ricambio li trovi sempre. Perchè per la qualità dei materiali, dopo mezzo secolo che le usi, alcune Harley sembrano uscite da poco dal concessionario".
Poi direi: "e poi guardala... è semplicemente stupenda, e una moto si acquista per passione, non solo per i dettagli. La linea di una Road King, in particolare il motore, non hanno paragone, rispetto agli ultimi modelli di giapponese che fanno abbastanza schifo.... I giapponesi hanno fatto molto stupende, la Wild Star, la Royal Star, la Drag-star, la Intruder, la Shadow...". Ma oggi, alcuni modelli non esistono più e altre si sono imbruttite.

Probabilmente lo convincerei, il cliente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Paolo! Bravissimo!

Io ho quasi quarant’anni anni e sono “motociclista dentro” da quando ne avevo meno di quattordici, o forse prima.
Ogni giorno mettevo da parte le mille lire che mio padre mi dava per la colazione al bar e calcolavo quanto mi mancava per materializzare il mio sogno.
I soldi che racimolavo erano pochi e una volta, per sentirmi più vicino all’acquisto, mi comprai un casco usato … che non ho mai usato!
Di mese in mese, sulle riviste, cambiavo la mia moto preferita.
Poi per l’università, cambiai città, e mi presi una due ruote usata … senza motore. Una bici. Mi divertivo.

Il tempo passava ma non la sensazione d’essere “motociclista”.

Due anni e mezzo fa, con l’avvicinarsi del primo anno di asilo del mio primo figlio nacque, in famiglia, l’esigenza di un secondo mezzo. Avevamo solo una vecchia utilitaria di seconda mano ma non volevo spendere soldi per una seconda auto.
Capii allora che era venuto il momento.
Mia moglie era assolutamente contraria e irremovibile. Così un giorno le dissi: “Cara, ti devi rassegnare. Io la moto prima o poi me la compro. È solo una questione di tempo!”.

E così fu!
Per ora ho solo uno scooterone ma continuo a sognare.
Sogno una moto che quando l’accendi i tuoi vicini di casa cascano giù dal letto.
Una moto che quando stai per arrivare a casa ti sentono a distanza.
Una moto che quando vai a lavorare sei già contento.
Una moto che la gente per strada si gira.
Una moto che quando sei arrivato e scendi, stai un po’ a guardarla prima di andare.

A volte decido di passare alle quattro ruote. Ma dura poco.
E continuo ad andare in moto quando fa freddo, piove e tira vento.
Continuo ad andare in moto nonostante mia moglie mi dica “oggi prendi la macchina che a me non serve …”.
Continuo ad andare in moto anche se i miei colleghi, quando è brutto tempo, mi guardano sorpresi dicendo: “Anche oggi in moto?”
Continuo ad andare in moto anche dopo essermi spaventato perché un’auto mi ha tagliato la strada.
E continuo a girarmi quando sento un bel rombo, per vedere se ne ho riconosciuto la casa.
Continuo a mettermi dietro ai motociclisti, quelle poche volte che vado in macchina, per vederli andare.
E continuo a fare tutte queste cose strane e incomprensibili per chi motociclista non è.

Concludo con una frase di una canzone di Jovanotti (Punto): "le cose più belle stanno in equilibrio".

Piuma