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martedì 26 gennaio 2010
Victory Vision Tour
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venerdì 31 luglio 2009
Kawasaki VN 900

http://www.motociclismo.it/edisport/moto/MotoCiclismoR2.nsf/gd/Kawasaki-VN900-Classic-1-Com-e
Milano, un sabato d’estate. Nel garage di Motociclismo c'è una moto per fuggire dall’afa. E' l'ultima novità nel campo delle cruiser marchiata Kawasaki. Costa 7.990 euro A guardarla appare una maxi, lunga e opulenta. E' un classico del genere Cruiser: serbatoio gigantesco, gomme panciute (130/90-16 davanti e 180/70-15 dietro) avvolte da parafanghi e il twin che sembra più grande dei 903 cc dichiarati. La fitta alettatura fa pensare al raffreddamento ad aria, ma tra le travi frontali del telaio c’è il radiatore che fuga subito ogni perplessità. Al distributore scopriamo che il maxi serbatoio è grande solo nella forma: la capacità è infatti di soli 18 litri, tuttavia più che sufficienti a superare i 250 km di autonomia. Il bicilindrico non si è rivelato particolarmente assetato nel corso della nostra prova. In autostrada non è difficile coprire 20 km con un litro di verde, mentre su percorsi extraurbani, senza forzare il ritmo, ci si attesta a circa 18 km/l. L’essenziale strumentazione, sul dorso del serbatoio in tipico stile yankee, non ha il contagiri, ma con gli strumenti del nostro Centro Prove abbiamo rilevato che già a 1.500 giri si può spalancare il gas ricevere una spinta progressiva fino al limitatore, posto a 7.000 giri. Tra le novità spiccano il freno posteriore a disco da 270 mm ø (al posto del tamburo) e la trasmissione finale a cinghia. La frenata sull'anteriore è molto modulabile, ma non brilla per potenza: appena sufficiente a rallentare i 267 kg rilevati. Migliora invece rispetto al passato il freno posteriore, persino esagerato in certi frangenti. Sulla cinghia, invece, niente da dire: è una bella trovata perché è silenziosa, morbida e praticamente priva di manutenzione. Stile Cruiser, insomma, ma senza mani sporche di grasso.
Come va
La sella è alta solo 690 mm da terra e poggiare i piedi nelle manovre da fermo è un gioco La VN900 è più maneggevole del previsto anche in città. Fermi tra le auto sotto il sole spegniamo il motore, ma la ventola del radiatore parte ugualmente, investendo le gambe con una folata d’aria incandescente. Lo slalom tra le auto è difficoltoso per via dell’interasse chilometrico: ben 1.650 mm. Per godere della generosa coppia non serve tirare le marce. Nella prima fase di apertura del gas si dispone già di una sostanziosa “schiena”. Se poi si vogliono sfogare tutti i 45,17 CV di cui è capace il motore prende giri abbastanza rapidamente. In autostrada la VN900 viaggia spedita e regge senza problemi medie elevate. Chi invece non resiste è il pilota: appena raggiunti i 130 km/h indicati deve fare i conti con la pressione dell’aria che lo investe in pieno. Abbandonata (finalmente!) l’autostrada comincia il vero godimento e incontriamo strade che sembrano disegnate apposta per la VN900: brevi rettilinei e morbide curve si alternano all’approssimarsi delle montagne. Anche il caldo ha allentato la sua morsa. I primi tornanti ci portano a inclinare la moto e - come previsto - le ampie pedane avanzate, comode nella guida “soft”, toccano presto in piega.
Motore gustoso, ciclistica efficace, un'immagine da maxi ed un invidiabile equilibrio generale: la cruiser di Akahsi a queste doti affianca anche un interessante prezzo d'acquisto
Peso e maneggevolezza da media, immagine e prestazioni da maxi. Se volete una cruiser d'impatto ma non troppo impegnativa per guida e costi di gestione, forse la Kawasaki VN 900 Classic fa al caso vostro.Le armi per conquistare gli appassionati guida rilassata e delle cruiser in genere le ha tutte: linea classica, tanta coppia, una valida ciclistica ed un'immagine che a prima vista fa pensare ad un mezzo ben più pretenzioso (e costoso…). Il tutto ad un prezzo assolutamente abbordabile, specie si ci si riferisce alle sue possibili omologhe "made in USA". I 7.990 euro richiesti rappresentano infatti una cifra assolutamente competitiva che a fronte di una spesa paragonabile a quella della sua più diretta concorrente (la Honda VT750 Shadow Spirit, in vendita a 7.900 euro) offre una moto comoda anche sui medi percorsi, con prestazioni validissime per la categoria e soprattutto ben realizzata.Certo, qualcosa si è dovuto sacrificare per arrivare a tanto: se infatti non c'è molto da obiettare in tema di assemblaggio, di qualità delle cromature e sulla validità effettiva della componentistica impiegata, resta il fatto che tanta plastica fa comunque notare la sua presenza, specie sul largo quadro strumenti inserito nel serbatoio, per contro abbastanza completo in materia di informazioni. Sono infatti presenti un grosso tachimetro analogico, il contachilometri digitale, l'indicatore del livello carburante, la spie della riserva e della pressione dell'olio e le tre canoniche spie di servizio (indicatori di direzione, abbagliante e folle). Inoltre anche particolari come ad esempio le frecce, gli specchietti, i comandi a pedale, i fregi sul serbatoio e i risers del manubrio tradiscono una certa impostazione "economica".Mancano insomma tutti quei tocchi sfiziosi che sono di casa sulle realizzazioni a stelle e strisce e il risultato è che alla voce "appeal" la VN 900 alla fine non vada molto più in là del classico, seppur meritato, sette più.Ma a fronte di questi particolari "rivedibili", che del resto lasciano ampio spazio al gusto di personalizzare la moto tipico del mondo custom, è la sostanza a dare un'ottima impressione generale: a piacere soprattutto è il bicilindrico a V di 903 cc. raffreddato a liquido, con quattro valvole per cilindro, l'iniezione elettronica ed una omologazione euro 3 che si ottiene grazie ai catalizzatori presenti nell'impianto di scarico e i sensori dell'ossigeno su ogni cilindro. Silenziosissimo, pronto all'avviamento ed estremamente regolare, distribuisce i pochi cavalli che sviluppa con morbidezza e permette alla cruiser di Akashi di muoversi agevolmente e di riprendere con facilità da ogni regime. L'immagine classica, oltre che dal design e dalle cromature, è assicurata dal telaio, finto-rigido come finte sono le alette di raffreddamento sul motore. Alla voce "comodità" invece segnaliamo un dignitoso vano sottosella ed un piccolo alloggiamento sotto il fianchetto laterale

Bassotta” sulle gomme ciccione, si rivela amichevole fin dai primi metri grazie al valido equilibrio generale che la contraddistingue. Forse è questa la caratteristica principale della VN 900, una cruiser piacevole in ogni condizione di utilizzo grazie a prestazioni garbate e ad una complessiva facilità d’uso.Da fermo il notevole peso e i volumi extra large di questa moto si fanno sentire, in marcia si attenuano grandemente grazie anche alla corretta taratura delle sospensioni che offrono una risposta sempre omogenea e prevedibile a patto di tenere sempre in conto il DNA di questa cruiser.Tutto sommato l’unica cosa che richiede un minimo di attenzione è la risposta dell’avantreno, che lungi dall’offrire una prestazione non all’altezza, a causa delle sue geometrie chiede di essere gestito con fluidità ed un minimo di anticipo nell’affrontare le curve.Una volta prese le misure la VN 900 si rivela stabile fin quasi alle massime andature e nei trasferimenti più rapidi, tipo quelli autostradali, si fa apprezzare per la precisione con cui si possono affrontare curve e curvoni a gas aperto, senza che si inneschino sensibili (e indesiderate…) variazioni di assetto. A completare il quadro positivo aiuta sicuramente la scelta della larga gommatura anteriore che permette di offrire all’avantreno una piacevole sensazione di appoggio e solidità.Questa cruiser è dunque un’ottima compagna di gite: il motore risponde con vigore ed estrema regolarità fin dai regimi più bassi ed offre una prestazione apprezzabile anche in allungo, quando magari si desidera completare un sorpasso senza per forza innestare il rapporto superiore. Se la cava bene anche nelle svolte più lente e sui tornanti, dove è facile scendere in piega fino a grattare le pedane e trovarsi a pensare che se solo fossero un po’ più alte si potrebbe tranquillamente osare di più.La seduta è comoda grazie alla sella larga ed alle pedane montate elasticamente, solo la posizione un po’ alta delle braccia dovuta al lungo manubrio può risultare affaticante dopo un pomeriggio in viaggio. Discretamente comodo, per la categoria, anche il passeggero, che però dopo un pomeriggio in sella avrà sicuramente più di un motivo per lamentarsi. A non convincere del tutto è il reparto trasmissione: il cambio è rumoroso, ha un’ escursione eccessivamente lunga e secondo noi offre una rapportatura poco indovinata, con una prima ed una quinta troppo corte che non permettono di sfruttare appieno l’ottima erogazione del bicilindrico.Morbida ed abbastanza resistente la frizione, che soffre solo se pesantemente sfruttata (in montagna, in salita e col passeggero…), promossa invece la trasmissione a cinghia, che ancora una volta si rivela una soluzione perfetta per i proprietari pigri, perché non ha bisogno di manutenzione, non sporca, dura tanto e assorbe gli eventuali strattoni del grosso motore.“Giusti” ma senza lode i freni, che vanno sempre usati in coppia e tirando la leva con progressione ma anche con un certo vigore. I consumi sono molto volubili, ma senza esagerare col gas si possono raggiungere facilmente medie anche nell’ordine di 16/17 km litro. A tener d’occhio la sete del bicilindrico di Akashi non aiuta però l’indicatore del livello del carburante che sul nostro esemplare si è rivelato completamente inutile data la sua precisione pressoché nulla. A serbatoio pieno la lancetta si posiziona a poco più di metà scala per poi muoversi secondo criteri noti solo a lei. Meglio affidarsi alla spia della riserva. Ma forse è questo l’unico vero appunto che abbiamo potuto rilevare su questa Kawasaki, che dopo tanti chilometri ci lascia la positiva impressione di essere soprattutto una cruiser di sostanza, fatta ovviamente per piacere all’occhio ma che non delude (anzi!) chi poi in moto ci andrà davvero senza limitarsi al classico giro al bar.

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http://www.vroc.it/

La scheda tecnica di Motociclismo.
LA SCHEDA Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V, alesaggio per corsa 88x74,2 mm, cilindrata 903 cc, rapporto di compressione 9,5:1, distribuzione a singolo albero a camme in testa con comando a catena, 4 valvole per cilindro, lubrificazione a carter umido, raffreddamento a liquido, potenza max 54 CV (40 kW) a 6.000 giri, coppia max 8,4 kgm (82 Nm) a 3.500 giri. Alimentazione: iniezione elettronica, diametro dei corpi farfallati 34 mm; capacità serbatoio carburante 20 litri compresa la riserva. Cambio: a 5 marce Telaio: a doppia culla in acciaio; inclinazione cannotto di sterzo 32°, avancorsa 164 mm. Ruote: cerchi a raggi, anteriore 3,00x16”, posteriore 4,50x15”; pneumatici, anteriore 130/90-16, posteriore 180/70-15. Freni: anteriore a singolo disco da 300 mm con pinza a 2 pistoncini; posteriore a disco da 270 mm con pinza a 2 pistoncini. Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.465, larghezza 1.005, altezza 1.065, interasse 1.645, altezza sella 680, peso a vuoto 253 kg. Dati anagrafici costruttore: Kawasaki Heavy Industries Ltd, Kawasaki Cho, Akashi, Giappone. Importatore: Kawasaki Italia, via Anna Kulishov 35, 20152 Milano, tel. 02-412821, fax 02-48370616. Gamma colori: nero, rosso. Garanzia: 2 anni estensibile con formula Garanzia Plus. Prezzo: 7.990 euro chiavi in mano.
giovedì 30 luglio 2009
Yamaha Wild Star 1600
Per fortuna il prezzo non è direttamente proporzionale alla cilindrata. Anzi, la Wild Star è addirittura a buon mercato. Si fa per dire.

Pro
Impatto estetico, motore possente, coppia stratosferica
Contro
Peso elevato, consumi.
Com` è
Il motore bicilindrico non è originale solo per la cilindrata. La distribuzione offre infatti una soluzione di grande fascino, con il tema degli alberelli e delle coppie coniche. La trasmissione finale è a cinghia, il cambio a bilanciere, le pedane sono a mo’ di predellina. Cose che colpiscono al cuore.
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Come va
I due cilindroni tirano fuori solo 62 cavalli a 4000 giri, la coppia è di 13,4 kgm a 2500 giri. Senza parole, ci si potrebbe montare un cambio automatico. Per il resto la Wild Star offre una guida nei canoni cruiser. Per quello che pesa è addirittura facile e maneggevole.
Tratto da romanstar.it
Motore.
Quattro tempi, bicilindrico a V di 48°, alesaggio per corsa 95x113 mm, cilindrata 1602 cc, rapporto di compressione 8,3:1, distribuzione ad aste e bilanceri con due assi a camme nel basamento e 4 valvole per cilindro, diametro valvole di aspirazione 34 mm, di scarico 28 mm, lubrificazione a carter secco, capacità del serbatoio dell'olio 3,7 litri (4,1 con il cambio del filtro), raffreddamento ad aria,
potenza massima 62,5 CV (46 KW) a 4000 giri,
coppia massima 13,4 kgm (131,3 Nm) a 2350 giri.
Alimentazione. Un carburatore Mikuni BSR40 con TPS (throttle position sensor - sensore della posizione della farfalla), capacità serbatoio del carburante 20 litri di cui 3,5 di riserva. Accensione. Elettronica digitale, due candele per cilindro NGK DPR7EA-9 o ND X22EPR-U9, avviamento elettrico. Impianto elettrico. Batteria 12V 18Ah.Frizione.A dischi multipli in bagno d'olio con comando meccanico.
Cambio. A 5 marce, valore dei rapporti: 2,438 in prima, 1,579 in seconda, 1,160 in terza, 0,906 in quarta, 0,750 in quinta.
Trasmissione. Primaria ad ingranaggi a denti dritti, rapporto 1,532 (72/47), finale a catena più cinghia, rapporto 2,320 (35/32x70/33).Telaio.Doppia culla in tubi tondi d'acciaio, inclinazione del canotto dello sterzo 32°, avancorsa 142 mm.Sospensioni,Anteriore forcella telescopica idraulica con steli da 43 mm non regolabile, escursione ruota 140 mm, posteriore forcellone oscillante triangolare in tubi e mono ammortizzatore, escursione ruota 110 mm.
Ruote. Cerchi a raggi, pneumatici 130/90-16 all'anteriore e 150/80-16 al posteriore.
Freni. Anteriore a doppio disco da 298 mm con pinze a doppio pistoncino, posteriore a disco da 320 mm con pinza a doppio pistoncino.Dimensioni e peso.Lunghezza 2500 mm, larghezza 980 mm, altezza 1140 mm, altezza sella 710 mm, peso senza carburante 325,80 Kg.
Prestazioni Velocità massima: 177,3 Km/h, consumi: urbano 12,3 km/litro, extraurbano 16,5 km/litro, a 130 km/h 15,2 km/litro, massimo 10,2 km/litro.
Accelerazione: spazio metri tempo secondi velocita km/h 100 6,070 98,6200 9,341 120,9300 12,160 135,0400 14,745 143,7
Ripresa in V da 50 km/hspazio tempo velocita100(mt) 5,362(s) 84,5 (km/h)200 9,112 108,7300 12,195 125,7400 14,942 137,2
Manutenzione. Tagliando programmato ogni 6000 km. Lubrificazione olio multigrado SAE 20W-40 specifica SE, controllo ogni 1000 km, sostituzione ogni 6000 km. Diagramma di distribuzione: aspirazione apre 30° prima PMS, chiude 50° dopo PMI, scarico apre 55° prima PMI, chiude 25° dopo PMS. Pressione di gonfiaggio pneumatici, anteriore 2,4 bar, posteriore 2,5 bar (2,8 bar con passeggero).

Opnioni tratte dal sito Autociao.
Cromata, imponente, di una bellezza unica, la WildStar è una dei gioielli custom creati dalla Yamaha…La cosa che colpisce a prima vista è la sensazione di grandezza, infatti le dimensioni non sono quelle di una normale custom, soprattutto il peso impressionante che supera abbondantemente i 300 Kg, quando ho visto per la prima volta arrivare a casa mio zio sulla sua nuova WildStar sembrava che stesse portando una barca più che una moto!!!
Come tutte le custom, l'aspetto fondamentale sta nelle cromature, che nella XV ricoprono gran parte del motore, i due scarichi, il manubrio, gli specchietti e le pedane. Le colorazioni disponibili non sò più o meno quante siano, di certo c'è nera, grigia, mentre quella di mio zio è nera e oro. La strumentazione posizionata sulla parte superiore del serbatoio è ben visibile anche se non si trova sul manubrio ed è composta dal contachilometri, livello benzina, computerino di bordo e spie.In sella alla WildStar si sta veramente comodi, entrambi le selle sono molto confortevoli, poi chi viaggia solo può scegliere anche di togliere quella posteriore (basta allentare un bulloncino) per dare un tocco di aggressività in più.
-------------Nonostante il peso, la moto asiatica presenta una ripresa notevole, merito dei due cilindri a V di 800 cc l'uno, anche se i consumi non sono troppo bassi.
-----------Che dire, la Yamaha XV 1600 WildStar si può definire un vero gioiello della casa del sol levante, una vera dominatrice della strada, tra le più grandi cruiser al mondo e adatta a tutti coloro che vogliono gustarsi un viaggio, magari in uno di quei scenari mozzafiato dei film americani…

Io ho avuto (sigh!) una wildstar ed era una gran moto. Me ne sono innamorato la prima volta in Croazia in vacanza. Ce n'erano 3 parcheggiate a Cricvenica e ho detto: devo prenderla! L'anno dopo facendo un pò di sacrifici sono riuscito a comprarla. L'ho comprata nel 2002 e per 5 anni l'ho tenuta. Una moto mastodontica più di 300 kg. Da ferma veramente è un pò pesante da manovrare. Ma in movimento perdeva tutta la sua pesantezza. Certo non si possono fare pieghe da urlo però è veramente piacevole da guidare. Io consiglierei di mettere per questa moto il parabrezza originale. Io mi sono trovato benissimo l'ho messo e non l'ho più tolto. Ti ripara da tutto (moscerini, api e aria). Facendo un viaggio con questo parabrezza scendi e ti sembra di non aver viaggiato. Un optional davvero comodo. Data la maestosità della moto ci sta poi veramente bene. Poi io consiglierei di mettere altri 2 fanali anteriori (che vende sempre la YAMAHA) perchè di sera o notte sono veramente utili. E anche di giorno perchè le auto ti vedono meglio. Hanno un interruttore che puoi tenerli spenti quando vuoi. Per me è stata una gran moto e per motivi familiari ho dovuto venderla.
L'ho aquistata un anno fa,era ferma, sola a prendersi acqua e salsedine per 5 lunghi anni....per un totale di 9000 km!!!Ora dopo un anno in mia compagnia, abbiamo fatto 27000 km!!!!!! E' realmente uno dei migliori acquisti della mia vita,solida,imponente e divertente,scomoda in città piccole o caotiche!!!!p.s. NON HO ANCORA CAPITO CHI DEI DUE BEVE DI PIU'!!!!
giovedì 16 luglio 2009
Yamaha Warrior 1700


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Kawasaki VN 2000


Ho provato per un paio di settimane questo colosso della strada: non vi dirò che in movimento diventa agile, come si legge da qualche parte. In realtà, i 380 kg della VN2000 in movimento si sentono molto meno e si portano in discreta scioltezza Accelerazione da paura, coppia inesauribile, ma le pedane toccano subito e si piega poco. Velocità massima oltre 180 km/h. Prezzo: 14mila euro.
Prima che vi facciate prendere la mano dai numeri relativi alla coppia (16,9 kgm a 3000 giri al minuto) – davvero straordinaria – vi inviterei a guardare il “prezzo” di questo risultato: non in euro, ma in chilogrammi. Il motore di 2.053 cc non è una piuma e, sommato con una ciclistica adatta a sostenerlo, porta infatti l’ago della bilancia a 380 kg. Non è poco per una moto. Bene, ora possiamo cominciare la prova.

La VN2000 Classic non solo è il V-Twin di serie più grande al mondo ma è anche il più elegante dell’intero segmento. Infatti i grandi cilindri rastremati, i lunghi tubi delle aste e la forma sinuosa del coperchio motore, rendono la nuova cruiser di Akashi particolarmente affascinante.All’avanguardia anche il telaio basso e lungo. Dai contorni elegantemente modellati del serbatoio e dei parafanghi, ai dettagli cromati, ogni elemento esprime l’alta qualità, il comfort e la sensazione di eccezionale affidabilità che i nostri clienti si aspettano da una cruiser Kawasaki.
Inoltre, grazie agli aggiornamenti nel rispetto delle rigide normative Euro 3, le emissioni della VN2000 Classic sono ancora più pulite.
Infine, il faro conferisce un aspetto distintivo alla VN2000 e contribuisce alla sua classicità.
Altre caratteristiche della VN2000:• Piega manubrio buckhorn-style per un maggiore comfort del pilota.• Sellino passeggero più spesso e rimodellato per un maggiore comfort.• Applicazioni sul coperchio dell’airbox del lato destro.• Nuovo e distintivo il quadrante del tachimetro.• Chiave di accensione posizionata sopra il serbatoio carburante.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE
IL MOTORE V-TWIN PIÙ GRANDE AL MONDO
Motore* V-Twin da 2.053 cm3 a 8 valvole OHV raffreddato a liquido con imponente alesaggio e corsa di 103 x 123,2 mm.* I corpi farfallati da 46 mm, dotati di doppia valvola a farfalla, assicurano una coppia eccezionale a regimi medio-bassi che assicura un’elevata fluidità nella fascia di potenza.* L’uso di due valvole a farfalla, una valvola primaria azionata direttamente dal pilota ed una secondaria azionata dal motore elettrico, attenua gli improvvisi aumenti di coppia e agevola l’erogazione di potenza.* Gli iniettori di nebulizzazione fine migliorano le prestazioni, il risparmio di carburante e le emissioni (la dimensione della goccia nello spruzzo di carburante negli iniettori convenzionali è 120 micron, in quelli di nebulizzazione fine è circa 70 micron).* Le testate a 4 valvole, con candele centrali all’iridio accese da bobine ad alto voltaggio, garantiscono l’elevata efficienza della combustione.* Doppie camme a catena azionano le aste che corrono lungo l’esterno dei cilindri sul lato destro del motore.* I passaggi dell’olio nascosti sulla testata bilanciano il lato sinistro del motore a vista.* I pistoni forgiati leggeri a mantello corto, simili a quelli dei motori da corsa, consentono di ridurre le vibrazioni. La compressione è 9.5:1.* I due bilanciatori primari armonizzano la vibrazione primaria. Quella secondaria è ridotta al minimo grazie a pistoni e bielle leggeri, così il pilota può godersi solo le vibrazioni migliori.* La trasmissione finale a cinghia è silenziosa ed efficiente e si avvale di una cinghia larga molto duratura.* Le emissioni rispettano le severe normative Euro 3.
UN DESIGN CHE ESIGE RISPETTO
Motore* Per seguire il design d’insieme, anche il motore è lungo e basso.* Il rivestimento nero e ruvido del carter si contrappone armoniosamente ai diversi coperchi cromati del motore.* Un ulteriore tocco di classe è rappresentato dai simboli applicati sul coperchio dell’airbox sul lato destro.* La doppia marmitta di taglio obliquo è collegata a due tubi di bilanciamento che assicurano un’efficienza eccezionale e un suono fantastico. La finitura della cromatura di alta qualità è straordinaria.
Faro e luce posteriore* Il faro a riflettori multipli dal disegno classico impreziosisce le linee senza tempo della nostra acruiser made in Akashi.* La grande luce posteriore a lampadina singola garantisce visibilità elevata grazie al luminoso riflettore Fiflex. L’attacco senza viti fa risaltare maggiormente il design della lente.
Serbatoio Carburante* Grande, disteso e senza giunture, il voluttuoso serbatoio del carburante ha linee e finitura piacevoli alla vista e al tatto.* Capacità di ben 21 litri per percorrere lunghe distanze senza preoccupazioni.* La consolle strumenti comandata da motore passo-passo, dalla linea agile e leggera, evidenzia l’eleganza della moto.* Sul raffinato sfondo nero del grande quadrante del tachimetro sono presenti le spie e un display LCD di facile lettura con indicatore carburante.* È possibile rimuovere la chiave dall’interruttore di accensione in posizione “on” per non danneggiare la cromatura della consolle strumenti o la lucentezza del serbatoio con il portachiavi, quando la moto è in funzione. La rotazione del collare dell’interruttore di accensione su “off” o in posizione “parcheggio” (accendendo il fanale posteriore) fa spegnere il motore. Per riavviare, reinserire la chiave.
Telaio* Il design del forcellone triangolato, con ammortizzatore singolo nascosto, conferisce al retrotreno un aspetto rigido personalizzato.* La sella ultra-bassa contribuisce all’eleganza della VN2000 Classic.
Ruote e Pneumatici* Le ruote in lega d’acciaio presentano un design fluido e dinamico. Accattivanti e di alta qualità, completano l’aspetto e le sensazioni sfarzose trasmesse dalla VN2000 Classic.* L’enorme pneumatico posteriore evidenzia l’aspetto vigoroso e comunica visivamente la potenza che la moto può sviluppare.
Telaio* Il telaio d’acciaio a doppia culla utilizza una testa dello sterzo pressofusa abbinata a una trave con sezione quadrata di ampio diametro.* L’inclinazione di 32o e l’avanzamento di 10 mm della forcella garantiscono un’ottima guidabilità e rendono la VN2000 Classic facilmente manovrabile a basse velocità e molto stabile in autostrada.* Il forcellone con tubo in acciaio ha una struttura a traliccio per una maggiore rigidità.
Sospensioni*I tubi massicci da 49 mm della forcella assicurano una risposta eccezionale dello sterzo e contribuiscono fortemente alla fluidità della sterzata della grande Classic.* Ad andatura molto lenta, la manovrabilità è leggera e precisa. In autostrada, l’avantreno offre una sensazione di affidabilità e stabilità senza pari.* L’ammortizzatore posteriore, singolo ad azione diretta, regolabile nel precarico e per lo smorzamento in estensione e nascosto discretamente sotto la sella, garantisce una guida fluida e confortevole.
Freni, Ruote e Pneumatici* I dischi doppi da 300 mm del freno anteriore sono azionati da pinze a 4 pistoncini per una frenata potente.* La ruota posteriore è rallentata da un disco da 320 mm dall’ampio diametro, azionato da una pinza a doppio pistoncino.* I pneumatici radiali contribuiscono alla stabile maneggevolezza.
Ergonomia* A soli 680 mm, l’altezza eccezionalmente ridotta della sella permette al pilota di raggiungere facilmente il suolo con i piedi.* Gli ampi manubri presentano una curvatura a corno di cervo, progettata per il comfort del pilota. Insieme al rapporto ideale tra sella, manubrio e pedane, il risultato è una posizione di guida incredibilmente comoda.* La sella anteriore è comoda ed ergonomica; il sellino posteriore, dal disegno particolarmente spesso, assicura il comfort del passeggero.
* Uno smorzatore all’estremità sinistra dell’albero motore riduce le grandi fluttuazioni di coppia e i carichi su trasmissione principale e cambio.* La trasmissione primaria a catena (HV) elimina il rumore degli ingranaggi e trasmette al pilota l’eccezionale impulso V-Twin.* La frizione a cavo offre una superba sensazione a livello della leva. Montata sul lato sinistro, la frizione conferisce al motore la classica forma V-Twin.* I comandi dell’ECU comprendono: fasatura iniezione/volume, valvola a farfalla secondaria, fasatura iniezione, ventola del radiatore, decompressione, motorino d’avviamento e pompa del carburante.* Sono utilizzate due pompe dell’olio, una nel carter e una nella scatola della frizione, ciascuna dotata della propria pompa di lavaggio.* Un alternatore CA ad alta capacità, con diametro di 226 mm e montato all’interno del fuso dell’albero, contribuisce alla massa del volano.* I grandi carter a pezzo unico alloggiano gli undici alberi, incluse le camme. Le pompe dell’olio e dell’acqua si trovano nei carter, con la conseguente riduzione del numero dei componenti. I carter sono montati saldamente sul telaio per aumentare la rigidità e rendere il motore un elemento portante.* Il design con coppa a semi-secco elimina la necessità dei tubi esterni dell’olio e isola l’olio motore per impedire le perdite dovute a sbattimento.* Tutti i coperchi del motore sono costruiti in 2-3 passaggi e il coperchio cromato del cambio funge da serbatoio di accumulazione dell’olio.* Il filtro dell’aria compatto con l’accattivante coperchio cromato è posizionato tra i cilindri.* L’avviamento è facile, grazie a un decompressore automatico azionato da un solenoide elettrico.* Un registro automatico del minimo veloce assicura l’avviamento rapido anche nelle mattine fredde.
Telaio* I grandi cuscinetti a rulli rastremati nella testa dello sterzo assicurano una stabilità eccezionale e una rigidità notevole del telaio.* Il risultato derivante dall’uso di parti pressofuse intorno alla testa dello sterzo e di parti forgiate intorno al perno del forcellone è un design pulito, con meno saldature e un’eccezionale rigidità.
Altro* Indicatori di direzione a ritorno automatico.* La VN2000 Classic è stata progettata in modo da poter controllare il livello dell’olio mediante un’asta misuratrice attaccata al tappo, rimanendo in sella alla moto.* Il comodo lucchetto per il casco si trova sul lato sinistro.* Una varietà di accessori permetteranno ai clienti di personalizzare la VN2000 Classic per adattarla alla loro personalità e al loro stile di guida.
COLORI* Metallic Diablo Black (nero)
Yamaha Virago 1100


Ho avuto due Virago 1.100: una per 13 anni e l'altra per 6 anni, usate tutti i gorni, viaggi traffico, cittadino, perfino fuoristrada. Mai problemi, lasciate spesso sotto acqua sole vento: nemmeno un punto di ruggine. Maneggevolezza nel traffico incredibile, pari ad un cinquantino, motore elastico e potente, linea snella ed elegante. Non capirò mai perché la Yamaha non l'ha piu fatta. Uno dei custom piu riusciti che siano stati mai fatti.

Favolosa. Nel 1984 comprai la mia moto usata di due anni di vita circa 5000 km tenuta benissimo e senza alcuna modifica ora ne ha 90000 modificata al massimo estetica e ciclistica non il motore lo ritengo sin troppo esuberante per un custom in questi sei anni nessn problema sia modifiche sia manutenzione sempre curata da me stesso la scelta fu un caso passando davanti ha una vetrina di un concessionario fu un amore ha prima vista .positivo ha bisogno di poca mautenzione va sempre non arrugginisce negativo consuma un po i freni da migliorare la cosiglio vivamente per chi vuole una moto robusta affidabile poi modificatela unpo alla volta vi sembrera di avere cambiato moto ad ogni modifica
Yamaha Virago 535



E' ormai da qualche anno che mio padre la ha acquistata,e che regolarmente la muovo io anche se non sono un amante del custom.Devo ammettere però che sono rimasto colpito da quanto sia comoda se si viaggia tranquilli e da quanto sia rilassante nelle gite fuoriporta la domenica.scarsa la protezione dall'aria,che dopo un po che si viaggia in maniera sostenuta diventa fastidiosa e tende ad affaticare il collo e le spalle,altro appunto è da fare sulla posizione di guida che tiene il busto un po troppo eretto secondo i miei gusti,tanto che viaggiando in autostrada a volte si viaggia aggrappati al manubrio.Il motore secondo me è ottimo,ha un' erogazione stupenda e la dà subito,ai bassi regimi,forse potrebbe risultare un po' brusca,quando è bagnato l'asfalto o in condizioni non ideali è meglio usare il gas con parsimonia...tende a derapare un po troppo. L'unica cosa che non mi entusiasma è la trasmissione cardanica, che crea alcuni problemi in scalata,tende a far inchiodare la ruota posteriore,dando luogo a spiacevoli sgommate. In sintesi se cercate una moto per fare qualche passeggiata o qualche gita ve la consiglio, ma se cercate un custom che abbia un pò di brio e spinga, allora non fa per voi.

La Virago 535 rappresenta un ottimo compromesso per chi voglia avvicinarsi al mondo delle moto e non abbia una grande esperienza alle spalle.

Ha fondato una categoria, insieme alla Honda Shadow. Ha smesso i panni della moto trendy da quando c’è stata l’invasione delle Drag custom, ma le qualità ci sono ancora e i prezzi restano bassi
Tipologia
La ciclistica si è invece rivelata un po’ sottodimensionata. A deludere non sono tanto le quote, quanto la qualità generale delle componenti. La forcella anteriore affonda molto e non è aiutata dalla copertura un po’ troppo “magra”. Basta poco per mettere in difficoltà l’avantreno, ed è sconsigliabile cercare la piega.
Anche in frenata si sarebbe potuto fare meglio. Il tamburo posteriore è poco progressivo: per fermarsi si deve schiacciare il pedale a fondo, ma se lo si fa la ruota si blocca. Ci si consola coi consumi molto contenuti: le percorrenze sono sempre superiori ai 25 km/litro.
L’acquisto migliore è stato senza dubbio la verniciatura sfumata del serbatoio, un tocco di raffinatezza che l’ ha ringiovanita. Azzeccata pare l’idea del cerchio anteriore di così grande diametro (19”), che calza un pneumatico sottile. Il piccolo serbatoio a goccia, la grande sella trapuntata, il doppio scarico e il manubrio a corna di bue sono meno appaganti per l’occhio di quanto non lo fossero un paio di lustri or sono, ed è facile prevedere che la permanenza della Virago nelle concessionarie, almeno così com’è, non durerà ancora a lungo.
L’esemplare che abbiamo provato è equipaggiato con un piccolo parabrezza e borse laterali, accessori in grado di tamponare alcuni di questi problemi, ma è certo che pensare ad una traversata continentale in sella alla Virago è un’idea che è meglio scartare a priori., anche perchè, a causa della scarsa capienza del piccolo serbatoio a goccia, le soste per i rifornimenti sarebbero davvero troppe. Ridotta all’osso la strumentazione, che non prevede né contagiri né indicatore del livello carburante. Il peso dichiarato, pari a 182 kg, è tra i più contenuti della categoria: anche per questo capita con frequenza di vedere esponenti del gentil sesso a cavallo di questa custom compatta.
http://www.motorbox.com/Moto/Schede_Spot/1635.html?tab=1
Passano gli anni, ma la Virago resiste. E continua a fare breccia nel cuore dei customisti DOC. Il motore bicilindrico 535 è tra i più divertenti della categoria. C’è anche la 250, che replica look e doti della sorellona.
Com` è
La linea è davvero originale: corta, con il piccolo serbatoio e le marmitte una sopra l’altra, la Virago non passa inosservata. Sembra una moto da speedway con un po’ di ciccia in più. I twin 250 e 535 sono semplici ed efficienti. E sanno anche tirare fuori un carattere da peperini. Per la 535 c’è la trasmissione a cardano, un punto a favore per chi viaggia.
Impostazione da custom pura, con manubrio a corna di bue e pedane avanzate. La Virago potrebbe essere più comoda, ma l’after market offre tanto per correggere il tiro. La sella è da pascià, ma solo per il pilota. Facili da guidare e maneggevoli, le Virago vanno benone su tutti i percorsi. La 535 spinge forte con accelerazioni da piccolo dragster, il 250 è regolare, non vibra e consuma nulla. Entrambe ottime per le donne
Pro
Motore, linea, finiture.
Contro
Impostazione guida, comfort passeggero.
Sia la 250 sia la 535 hanno un prezzo davvero invitante. Costano poco e offrono tanto. Per la 250 c’è anche la versione Drag Star, che però non è affatto a buon mercato.
Triumph Rocket III, 2300 cc.

Non si può battere un record senza che qualcuno lo abbia prima stabilito. Harley-Davidson V-Rod (1.130 cc), Yamaha V-Max (1.200 cc), Yamaha Warrior (1.700 cc), Honda VTX (1.800 cc), Kawasaki VN (2.000 cc). "E allora esageriamo" devono aver detto i tecnici e gli uomini marketing della Triumph, ed ecco nascere la Triumph Rocket III, 2.300 cc distribuiti su tre cilindri in linea disposti longitudinalmente, per non correre il rischio di scimmiottare le moto di Milwaukee come fanno le Case giapponesi, e per essere sicuri che, almeno a breve, qualcun altro non esageri ancor di più. Linea personale, dimensioni e peso sconvolgenti, doti dinamiche mai riscontrate su nessun'altra moto. Con la Triumph Rocket III, scendere sotto i 12 secondi nell'accelerazione sui 400 metri e toccare i 220 km/h effettivi è roba da "uomini duri". Provare per credere.

Dal sito Triumph
Le parole non potranno mai rendere giustizia alla Rocket III. È un capolavoro di design e progettazione che per essere apprezzato deve essere guidato. L'imponente propulsore a tre cilindri, da 2300cc, produce una coppia vigorosa ad ogni regime di rotazione, consente una eccezionale ripresa in ogni marcia e sprigiona una potenza esuberante e perfettamente controllabile in tutte le situazioni. È la moto di serie di maggiore cilindrata del mondo, ma la vera sorpresa è il poterla controllare come una moto grande la metà, grazie all’efficacia della ciclistica. Prestazioni, maneggevolezza e praticità sono da sempre le caratteristiche distintive di tutte le nostre moto e la leggendaria Rocket III ne è l’ulteriore prova. Una moto per motociclisti fuori dal comune, con uno stile unico e inimitabile. Una streetfighter sotto steroidi. L’impianto frenante è, ovviamente, all’altezza della sua indole: doppi dischi anteriori da 320mm con pinze flottanti Nissin a 4 pistoncini, disco posteriore da 316mm con pinza Brembo, tubi in treccia. La forcella a steli rovesciati, l’imponente pneumatico posteriore da 240mm, i tre collettori e i due silenziatori cromati ne rafforzano l'aspetto muscoloso e confermano che questa incredibile moto offre prestazioni degne del suo aspetto.
