Visualizzazione post con etichetta Storie personali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Storie personali. Mostra tutti i post

lunedì 10 ottobre 2011

Come vorrei. Lettera dal carcere.


Come vorrei

Come vorrei viaggiare in moto mentre mi abbracci forte come se respirassi attraverso me e leggere nella tua mente la meraviglia nello scoprire che siamo due corpi mentre così non sembra.

Sentire che chiudi gli occhi stringendomi ancora più forte all’unisono con l’aria che ti riempie i polmoni come se la tua anima respirasse da quell’abbraccio e così, lasciandoti andare, crei le curve, le salite e le discese nella mia.

È vero amore mio, così abbiamo già viaggiato anche in bici come due “Indiana Jones” per anni…

Ma come vorrei farti passeggiare e viaggiare tra le colline che conosco nella Terra di nostro Padre, figlia mia.

TVUKDBPS


AGB

venerdì 10 dicembre 2010

Il cuore a due cilindri.


Questo è un libro sull’amore. Anche se dalla copertina potrebbe non sembrarlo affatto, in realtà lo è.
Probabilmente adesso qualcuno inizierà ad avere dei dubbi o magari incomincerà a sfogliare freneticamente i capitoli. Forse potremmo anche giocarci qualche lettore non troppo motivato.
Non ce ne frega assolutamente niente.
L’amore di cui si parla è di una categoria particolare: quello verso le motociclette.

giovedì 29 luglio 2010

Il fascino dell'autogrill.



Non so perchè mi sono sempre piaciuti gli autogrill.
Quando viaggiavo con i miei, mi piacevano. Mi piacevano i panini anche se tutti se ne lamentavano; rustichella, mediterraneo, bufalino...
Ed ero un po' affascinato anche da tutti quei dolci, in confezioni che non si trovano spesso in commercio. C'era il barattolo di Nutella da 5 kg; un sogno di bambino che da grande poi alla fine ho realizzato. E dolci e biscotti al ciococlato, e caramelle, liquirizie, bevande.
Poi c'erano anche salumi, formaggi di tutti i tipi... e mi sono sempre domandato chi mai avrebbe acquistato un salume o un formaggio in autogrill.
Avrei desiderato anche mangiare al ristorante, ma i miei per risparmiare non ci facevano mai mangiare al tavolo. Forse è per questo che da grande poi, viaggiando per lavoro, mi sono ritrovato a mangiarci spesso. Con piacere.

giovedì 29 ottobre 2009

Il senso dei motoraduni per un buddista.

Ovvero: Budda era un motociclista.
Ognuno dà alle cose un suo significato particolare.
.
Anche il semplice gesto di andare al mare ha mille significati particolari. C'è chi ci va perchè ci vanno tutti ma non sa neanche perchè lo fa. C'è chi ci va perchè rimorchia. Chi per abbronzarsi. Chi per riposarsi. Chi per ritrovare sensazioni perdute dall'infanzia o dall'adolescenza.

mercoledì 19 agosto 2009

Intervista a Max Pezzali degli 883, sulla sua passione per la moto.


Su due ruote in libertà


Intervista con Max Pezzali, da sempre grande appassionato di Harley Davidson
Tratto da Deagostini edicola


Al cantante pavese leader degli ex 883 (che è, non a caso, il nome di un notissimo modello di Harley Davidson) abbiamo chiesto di raccontarci come è nato e cresciuto il suo amore viscerale per i bolidi di Milwaukee.


sabato 1 agosto 2009

La nostra tipica vacanza


La Nostra Tipica Vacanza
Del Tatuato
Foto di Rosalba Gentile
Dal sito: Anima Guzzista


Vi voglio raccontare la nostra ennesima avventura capitataci sempre perchè, in fondo, mi sento un piccolo meccanico mancato... per dimostrarvi l'ennesima volta che quello che racconto non sono mie fantasie ma reali cazzate che faccio... per cercare di riprendermi il trono da minchione che questo anno ho perso in favore di Enrico che ha REGALATO un Daytona nero... robetta. Scusate... non sono uno scrittore ma proverò lo stesso a raccontarvi...
Allora tutto comincia il giorno prima della partenza... dopo un anno veramente particolare non vediamo l'ora di partire... tutte le persone di questo mondo il giorno prima di partire che fanno???... bravi risposta esatta... PREPARANO I BAGAGLI... ma noi non siamo di questo mondo allora decidiamo di liberare un pò il frigo e preparare qualcosa per non buttare tutto al nostro ritorno... ancora ricordo le parole famose:"non ci mettiamo tanto"... alle sette di sera stavamo ancora facendo... stavamo?!?!... diciamo che solo Rosalba stava ancora lavorando dopo aver fatto la marmellata, le melanzane in tutte le sue varianti... fritte, a polpetta, impanate... due me le sono anche messe in .... per farle sparire... non mi è dispiaciuto affatto. Ma finalmente tutti puzzolenti di fritto e di cotture varie cominciamo a preparare i bagagli... io che sono una mente fine più di Ghandi e del commissario Rex decido di andare a controllare la moto... il vero guzzista lo fà... anche se ci hai viaggiato fino a 10 minuti prima... non si sa mai cosa possa succedere durante la sosta in garage... allora è sicuramente meglio assicurarsi che tutto sia posto... anche se non sai quale è il posto giusto... ma lo controlli uguale. Tutto perfetto tranne che manca un milligrammo di olio nel motore... cosa gravissima per un vero guzzista minchia... la sua guzzi alla partenza deve essere perfetta... e io che so perfetto nella mia imperfezione, ci aggiungo un pò d'olio.


Finalmente arriva il giorno della partenza... lei mi chiede:"Posso partire con i scarponcini nuovi"... dubbio amletico... io:"ma certo non c'è problema"... puzziamo ancora di fritto al gusto melanzana... ma ora cominciano le vacanze. Siccome io sono per le partenze intelligenti decidiamo per partire alle 08:00... è Venerdì... e siccome de intelligente non me vengono neanche le partenze decido di prendere la litoranea, per non fare tutta autostrada... so una cima... de Venerdì... alle 09:00... di Agosto... prendere la litoranea è da menti superiori... l'unico piccolo intoppo è che c'è un traffico della zozza... chissà perchè... forse so tutti intelligenti come me... oppure stanno andando al mare???... ma siccome sò bono dentro penso che il tutto sia causato da una concentrazione di intelligenze superiori. Arrivati vicino Napoli decido di prendere l'autostrada per evitare quella massa di menti superiori che affolla la litoranea... prendo er biglietto ar casello e comincio a camminare... deciso a superare Napoli e poi riuscire e fare qualche strada carina... comincio a viaggiare sui 150/160 km/h di contakm... effettivi saranno stati 130... dopo un pò sento la moto che perde dei colpi ogni tanto... strano... comincio a controllare e a stare più attento... mi guardo la moto... ma niente, sembra che vada tutto bene... mi guardo il panorama... forse è solo l'impressione... la paura... il meccanico che è in me che vuole aggiustare per forza qualcosa... l'unica cosa che mi da fastidio sono gli specchietti un pò annebbiati... dopo poco un altro piccolo strattone... e mi si affianca una moto... rallento... quello mi urla:"FAI FUMOOOOOOOOO"... cazzo non erano gli specchietti annebbiati... era fumo bianco... mi fermo alla piazzola(si è fermato anche l'altro motociclista grazie)... guardo la moto... e mi si ferma il cuore... guardo gli scarponcini di Rosalba ed er core prima ricomincia a battere e poi se suicida... TUTTO IMBRATTATO D'OLIO... dopo essermi ripreso dall'infarto ecco la frase micidiale di Rosalba:"non ti preoccupare per le scarpe, pensa alla moto"... no cazzo... NOOOOO... stè frasi buoniste noooo... insultame... mename... ma stè frasi noooo... me sento più merda di quello che sono. Controllo e vedo che l'unico problema è che la moto ha risputato solo l'olio in più che qualche minchione gli aveva aggiunto... basta svuotare la bottiglietta del recupero olio(io non ho più il filtro dell'aria e ho fatto la modifica per il recupero dell'olio) e dare una lavata alla moto imbrattata... riferisco a Rosalba della mia minchiata e lei mi risponde:"vedi non ti sei fidato di lei e lei ti ha punito"... cazzo ma il guzzista non ero io??? Rosalba comincia a saperne troppo sul guzzismo... dovrò eliminarla. Ripartiamo e arriviamo fino al primo autogrill... dove a fronte del pagamento del pedaggio si offrono infiniti servizi... COR CAZZO... l'unico servizio per un motociclista è er bagno. Neanche un imbuto per l'olio... e un litro d'olio te costa un rene... fanculo... di una pompa per lavare un pò la moto non se ne parla. Allora decidiamo di ripartire e uscire al primo casello e andare in cerca di un autolavaggio. Usciamo a Capua e andiamo in cerca di un autolavaggio... lo troviamo lontano dall'autostrada... perchè fa più figo. Ci fermiamo e spiego quale è il mio problema, il tizio dell'autolavaggio mi risponde che non lavano le moto... io gli spiego che devo solo levare un pò d'olio dalla moto e dalle mie orecchie... lui molto gentilmente accetta e mi dice di aspettare il mio turno. Arrivato il mio turno gli dico se vuole che lavi io la moto:"non le voglio creare disturbo ci penso io"... lui:"non ti preoccupare sono un mago con le moto"... accende la lancia... e io chiudo gli occhi... li riapro e vedo lui che aggredisce la mia moto con la lancia termica alla barda spaziale de Goldrake... io:"no non si preoccupi li sotto non c'è bisogno che la lavi"... lui:"non ti preoccupare sono un mago con le moto"... io:"non c'è bisogno di lavare la strumentazione"... lui:"non ti preoccupare sono un mago con le moto"... io:"NO DIRETTO SULLO SPINTEROGENO"... lui:"non ti preoccupare sono un mago con le moto"... io:"ALLORA SPARISCIIIIIIIIII"... lui:"scusa che hai detto???"... io:"ehm... grazie può bastare così"... è stato di un gentilezza unica peccato che lui con le moto era un mago... ora sotto il sole aspetto che si asciughi l'acqua, con la speranza che la moto riparta. Intanto svuoto la boccetta dello sfiato dell'olio... cosa semplice basta sfilare il tubo, svuotare l'olio e rimettere la boccetta. La moto riparte... ringrazio il signore per la gentilezza e per avermi fatto scoprire parti cromate che non pensavo avere sulla mia CaliII... poi ora dovrebbe andare tutto bene l'olio in più è tutto uscito.


Riprendiamo l'autostrada, siamo in forte ritardo, ma siamo in vacanza. Provo la moto sembra andare bene, controllo se vedo dell'olio ma sembra tutto a posto. Dopo un centinaio di km sento di nuovo la moto balbettare... prego che non sia vero... ma purtroppo guardo in basso e vedo olio ovunque... anche sui pantaloni di Rosalba... il prossimo autogrill è troppo lontano... mi fermo ad una piazzola di sosta ATTREZZATA... DU ALBERI DE MERDA (paghi quindi hai dei servizi)... guardo attentamente la moto la boccetta dello sfiato è vuota... da do cazzo viene tutto st'olio???
Decido di tirare giù il serbatoio... che è un operazione semplice... basta tirare su la sella... che è un operazione molto semplice... basta staccare il bauletto dietro... che è una cosa molto semplice... basta sganciare tutti i legacci che hai fatto... ma quanto è semplice dire una fila di parolacce infinite. Dopo tutto stò sempliciume, tiro giù il serbatoio e vedo subito il problema... per tirare facilmente fuori la boccetta dello sfiato olio... HO STACCATO ER TUBO DELLO SFIATO DELL'OLIO... però vuoi mettere che la boccetta è asciuttissima. Il problema adesso è che non riesco ad infilare più il tubo nella sua sede con tutto l'olio e poi IL TUBO si è anche rovinato un po'. Riesco a sistemare, almeno per arrivare a destinazione, poi provvederò meglio... rimangono due problemi, uno sono quasi senza olio e due siamo di nuovo imbrattati come patatine fritte. Dei signori fermi in sosta con il loro camper ci vengono in soccorso e recuperiamo dei tovaglioli di carta per togliere almeno un po' di olio e decidiamo di ripartire per arrivare fino all'autogrill... sono con pochissimo olio ma non possiamo restare lì.
Arrivati all'autogrill compro un litro d'olio in cambio gli lascio un polmone, due denti d'oro e una sorpresina Kinder... che servizi... metto l'olio con un giornale arrotolato... l'imbuto è da fighetti. Decidiamo di ripartire ed uscire al primo casello per trovare un autolavaggio... c'è chi gira per i musei, chi per le montagne... a me e Rosalba piace girare gli autolavaggi di Italia... tutti hanno una loro caratteristica e se non lo fate anche voi almeno una volta nella vita, non potete capì che ve perdete. Arrivati all'autolavaggio chiedo se è possibile lavare la moto... mi rispondono di si... io:"non si preoccupi la lavo io"... lui:"mi dispiace ma l'addetto sono io e solo io posso usare la lancia"... MA CHE CAZZO... ma sò capitato in un mondo parallelo dove tutti sono gelosi de sta cazzo de lancia... come se fosse un simbolo fallico... cazzo ma proprio per quello prestalo... io il mio simbolo lo darei in mano a tutti... io:"guardi solo una pulita alla ruota e al freno"... lui:"fidati"... intanto prende la boccetta di un prodotto, la sta per spruzzare sopra la moto... faccio in tempo a metterci la mano davanti che lui dà una spruzzata... io:"FERMAAA... AAHHHHHH"... che cazzo di dolore, me sembra che me se stà a dissolve la mano... corro a lavarmi le mani... torno e lui mi ha spruzzato tutta la moto cò stò prodotto importato da Plutone... lui:"Devi stare attento questo prodotto è una bomba"... lo volevo uccidere... ma anche lui imbraccia la sua poderosa arma, scettro del potere e comincia a lavarmi la moto... ce mancava solo che ce lanciava due lame rotanti...
Alla fine del lavoro il risultato è stato che... la moto non era più sporca d'olio... che ho i copri testa color ferro zincato(ora si che ho un vero cancello)... e che me s'è persa la vite del parabrezza(ma come cazzo ha fatto a svitare una vite dal parabrezza che non doveva neanche lavare)... me ne vado... ma mi devo fermare subito perchè er parabrezza non parabrezza più... vibra e basta... trovo uno che fa impianti GPL gli chiedo una vite e stringo il parabrezza... riparto ma per paura che il tubo non regga non tiro tanto... dopo diversi autolavaggi veramente caratteristici, 29 euri di autostrada... anzi di servizi, 50 di benzina e 250 euro di acqua e Gatorade (cazzo che caldo faceva!) arriviamo a destinazione.
Dopo diversi giorni di riposo, rismonto la moto, sistemo la bottiglietta con nastro isolante e uno straccio Vileda... perchè quello de Dolce e Gabana era finito... in modo che se perdiamo un pò d'olio non ci crei dei problemi... l'accendo... tutto a posto... spengo... chiamo Rosalba per andare a mare, accendo la moto e va uno... che simpatico diversivo... la paura mi assale... ma fortunatamente è solo una candela incrostata da tutto l'olio finito nel cilindro passando dai filtri del carburatore... Il giorno prima di partire mi ritrovo completamente la moto incartata con la carta igienica... gli amici sono previdenti e delicati... magari così non sporcavo in giro le autostrade italiane...
Ripartiamo per casa e l'ultimo colpo me lo dà Rosalba sull'autostrada... come controllo sicurezza faccio alzare, ogni tanto, la gamba di Rosalba e guardo lo scarponcino... pulito!!! nessun problema... viaggiavamo a velocità fissa per non sforzare la moto... ma ad un certo punto si fulmina la lampadina del contakm... era ancora quella originale ma era cosa buona e giusta che si rompesse in quel momento... ero troppo attento a guardare la velocità, ora non vedo più la velocità ma vado ad orecchio... dopo un paio di parolacce sento Rosalba che mi chiama... rallento... lei:"BUTFSGUDJIOAO"... io:"che hai detto???"... rallento ancora... lei:"BUTTAFUORI"... cazzo mi fermo di botto bestemmiando... cazzo se lo dice lei sta buttando fuori tutto l'olio... mi fermo alla piazzola... scendiamo e comincio a guardare la moto... ma niente olio... io:"Rosalba che c'è???"... lei:"pensavo che avessi capito?!?!" io:"Che cosa???"... lei:"Devo far registrare BUTTAFUORI, il programma che fanno su Raitre, da mio padre"... sorriso... parolaccina... e si riparte.
La morale è sempre la stessa... la nostra Guzzi riesce sempre a riportarci a casa, nonostante le mie minchiate... sono un vero minchia!!!

venerdì 17 luglio 2009

La prima cosa è il rumore





La prima cosa è il rumore...Un trapano che perfora le trippe, scrolla la polvere dal cervelloe fa ballare la rumba al tuo cuore sensibile. Poi ci sono i manubri larghi e quelle selleche anche per un culo solo sembrano troppo piccole.
Dici che è piuttosto stupido.
Che è una roba da teste sciroccate.
Ma a poco a poco inizi a pensarla diversamente.
E finisce che ci caschi dentro e non ci dormi la notte.
E sudi anche se fa freddo se ne vedi passare una.
E litighi con tuo suocero che dice che in macchina è meglio,che lo scooter consuma meno.
E fai "bruuuuuuum" con la bocca con in mano il modellino che ti regalarono quel Natale quando eri ancora piccolo.
Di solito, succede quando sei convinto di essere solo.
Ma non sei solo: lei scuote la testa, ma ti conosce a memoria. E sa che non c'è più niente da fare.
Così, finalmente, arriva la strada.
Dici: "Vado a farmi un caffè..." e stai via tutto il giorno. Perchè capita che vuoi vedere cosa c'è dietro a quella curva. E dietro a quell'altra curva. E dietro a quell'altra curva ancora.
Perchè la strada dell'andata non deve mai essere quella del ritorno.
Il mondo è così pieno di strade che è un peccato fare due volte la stessa...
E se qualcuno, un giorno, ti chiederà come è iniziato tutto questo, ti consiglio di dirgli la verità.
"La prima cosa è stata il rumore..."

Essere motociclista è una situazione emotiva, non materiale.



L'essere motociclista è una situazione emotiva. Non si è motociclisti quando si ha una moto, e neanche quando si hanno più moto in garage, e neanche quando si è proprietari di un negozio di moto.

Si è motociclisti dentro, e talvolta sono più motociclisti quelli senza moto, rispetto a quelli con la moto.
Mi spiego.

E' come l'amore. E' come essere fidanzati. Essere fidanzati, sposati, amanti, non è una situazione di fatto. Non si è fidanzati quando ci si scambiano gli anelli, si vive insieme, si esce insieme e si compra la casa insieme.

Essere fidanzati è una situazione emotiva.

Si è fidanzati quando il pensiero corre sempre all'altra persona, quando vai in un posto da solo e dici "che bello, ci devo portare lui/lei"; sei fidanzato quando parli con una persona dell'altro sesso e dici a te stesso "si si, tu sei carina simpatica, ecc... ma quanto è meglio lui/lei"; si è fidanzati quando la persona la stimi sopra ogni altra. Certo... se l'altro non ricambia... allora è un casino, perchè il fidanzamento, l'amore, non è ufficiale ed è solo da una parte.

Ma il fidanzamento, l'amore, e il matrimonio, sono stati dell'anima, non status ufficiali.
In tal senso sono più "sposate" quelle coppie che, dopo la separazione, vivono in case diverse ma per amore dei figli si ritrovano a fare molte cose insieme, tipo vacanze, spese, compleanni, ecc., senza più litigare, trovando in tal modo una sorta di armonia; sono più uniti loro che alcune coppie "ufficiali" che stanno insieme, si, a parole, ma poi litigano per un nonnulla, si disprezzano, parlando male dell'altro anche in pubblico, e non mostrano affetto l'un altro.

In tal senso mi sento ancora un po fidanzato con la mia ex, perchè se è vero che ci siamo lasciato perchè abbiamo due caratteri incompatibili, è pure vero che spesso faccio dei pensieri del tipo "in questo posto ci porto lei, qui ci verrei a mangiare con lei, questa cosa la compro per lei".
Anche essere motociclista è così.

Il motociclista è motociclista dentro, non fuori. Non basta una Harley Electra Glide o una Ducati 998 per fare un motociclista.

Il motociclista è quello che pensa alla moto anche quando sta seduto in ufficio. E' quello che quando va in auto perchè la sua donna, il suo amico, ecc., non vogliono saperne di moto, pensa "che palle questo (o questa) la prossima volta vado da solo".

E' quello che quando si ferma a mangiare preferibilmente deve avere la moto a vista per continuare ad ammirarla anche da fermo.

E' quello che se passa con l'auto da una strada, da un posto, da una località, dice "qui ci torno in moto".

E' quello che ogni scusa è buona per prendere la moto e salirci sopra.

E' quello che si compra l'abbigliamento da moto e ci va in giro tutto il giorno perchè così è più comodo e sta più caldo, si, ma sotto sotto il vero motivo è anche che mentre è seduto alla scrivania o sta servendo il pubblico si sente un po' in moto.
In tal senso io ero motociclista anche quando avevo solo lo scooter.
Perchè ogni volta che vedevo una custom mi ci vedevo sopra.
Ogni volta che salivo sullo scooter mi immaginavo seduto su una custom, perchè avevo un Beverly che con quel faro tondo mi ricordava tanto le grosse cruiser tipo Harley, o Wild Star.

E quando andavo in auto, mentre affrontavo una curva, mentre passavo da un posto di montagna, mi visualizzavo io in quel paesaggio seduto su una grossa custom. Anzi per la verità ancora oggi quelle poche volte che salgo in auto e viaggio, mi visualizzo su una moto.

Talvolta quando una moto mi supera, specie se è una Harley o una custom, cerco di starle dietro per assaporare un po' dell'atmosfera che il passaggio di una moto sa offrirti.
Non sono motociclisti, invece, quelli che la moto la usano solo per fare qualche giro ogni tanto. Quelli che non la usano perchè la moglie non vuole.

Un mio amico mi ha detto che era un motociclista appassionato; poi, racconta, ha smesso perchè la moglie gli ha detto "scegli, o me o la moto" e lui ha ha scelto lei. Una scelta del cazzo, non tanto per la donna in , non perchè la moto possa affrontare il confronto con un partner, ma perchè ha scelto una donna che lo amava così poco da togliergli una passione, da non rispettarlo nei suoi desideri.

Infatti penso che la mia ex, in fondo, mi voglia proprio molto bene se nonostante il suo terrore per le moto si è comprata un casco e ogni tanto ha accettato di salire con me sul mio bestione.
Non sono motociclisti poi, quelli che non la prendono se piove, se fa freddo, se c'è vento, se c'è nuvolo, se è troppo caldo, se è sera, se la strada è troppo lunga, se... se... se....
Non sono motociclisti quei venditori di moto che non sanno trasmetterti la passione.
Tempo fa andai in un concessionario Harley e chiesi la differenza rispetto alle giapponesi. Quello mi rispose "le giapponesi vanno molto meglio, ma la Harley è un mito".
Una risposta del cazzo, che non trasmette nulla, e anche anzi ti fa venire voglia di acquistare altro.
Oggi, che ho una Harley, saprei cosa rispondere. Ad un ipotetico cliente risponderei: "E' vero. Una giapponese è mediamente più affidabile e talvolta anche più comoda. Ma la Harley costa di più perchè ogni pezzo è d'acciaio e dura una vita. Perchè quando il motore è finito è ha 200, anche 300.000 km, lo mandi a rigenerare, te lo rifanno nuovo anche dopo 50 anni. E i pezzi di ricambio li trovi sempre. Perchè per la qualità dei materiali, dopo mezzo secolo che le usi, alcune Harley sembrano uscite da poco dal concessionario".
Poi direi: "e poi guardala... è semplicemente stupenda, e una moto si acquista per passione, non solo per i dettagli. La linea di una Road King, in particolare il motore, non hanno paragone, rispetto agli ultimi modelli di giapponese che fanno abbastanza schifo.... I giapponesi hanno fatto molto stupende, la Wild Star, la Royal Star, la Drag-star, la Intruder, la Shadow...". Ma oggi, alcuni modelli non esistono più e altre si sono imbruttite.

Probabilmente lo convincerei, il cliente.

giovedì 16 luglio 2009

Harley a Cuba





La passione per le due ruote supera ogni ostacolo. Questo si pensa quando si conosce la storia del mito Harley-Davidson nell’isola di Cuba, una storia che inizia negli anni venti del secolo scorso, quando Luis Breto aprì il primo concessionario Harley a Santiago de Cuba.
Dal 1962, a causa dell’embargo economico imposto dagli Stati Uniti, divenne impossibile il reperimento dei pezzi di ricambio per le moto; inoltre, il governo cubano iniziò a considerare le Harley-Davidson un simbolo dell’imperialismo americano, condannandole di fatto ad una lenta ed inesorabile estinzione.
Ma la passione degli “harlistas” ha resistito e nel 1992 fu fondato il MOCLA, il club di moto classica cubano, che forniva aiuto ai propri membri, aiutandoli a scambiarsi informazioni e pezzi di ricambio. Recentemente, l’azienda di pneumatici Metzeler, ha fornito al Mocla pneumatici ME880 in più di 75 misure diverse, per poterle adattare meglio ai diversi tipi di moto; un aiuto importante per la sopravvivenza di questo glorioso marchio.

Alcuni dei centauri del Mocla si sono resi protagonisti del film Cuban Harlistas, un documentario della durata di 50 minuti diretto da Guido Giansoldati, che esplora le passioni ma anche le difficoltà che i motociclisti hanno sopportato per poter guidare una Harley a Cuba.
La passione Metzeler per le due ruote non finisce qui: la casa dell’elefantino patrocinerà la mostra Motorcycle as Art, curata da Michael Lichter presso il Legendary Buffalo Chip, che si terrà dal 1 al 8 agosto durante il Sturgis Rally 2009.



tratto da: http://www.motoblog.it/post/19963/cuban-harlistas-la-passione-harley-davidson-a-cuba-si-infiamma-grazie-a-metzeler#continua

Apologia del fermone (fermone è colui che guida la moto in modo soft)



Apologia del fermone

Dal sito: motocicliste
Sono una fermona, ebbene sì, e ho una moto piccolina: un 350, da turismo per di più. Embè? A me piace proprio così.
Il rapporto con la moto non è di dominio, ma di reciproca e soddisfacente collaborazione. Lei ha il suo caratterino, e io la rispetto. Lei conosce il mio stile di guida, e mi viene incontro. Ci parliamo, anche.
Ci piace viaggiare e scartare le auto, ma di fronte a una strada aperta non ci si mette a correre. La trentacinque GT ha 4 marce molto corte e l'ultima lunghissima: dai 70 all'ora fino ai 145 cambiare non è più necessario. Si agisce solo sull'acceleratore. Fino ai 90-100 all'ora la moto risponde alla manetta con facilità; per andare di più, devi ruotare molto il polso e dare gas con forza. E' come se la piccola mi dicesse: questa è la mia andatura preferita, se non ti piace, dacci dentro di più. E io non lo faccio, quasi mai.
Perché proprio a quell'andatura la mia attenzione è ancora libera. Non sono concentrata solo sulla strada, posso guardare oltre, salutare la gente, osservare i particolari, crearmi la mappa di ciò che mi circonda: i distributori più economici, per esempio. Se tiro, allora i riflessi devono essere più pronti e c'è solo la strada, gli ostacoli per terra, i ciclisti e i pedoni, le macchine che "non ti vedono" ed escono dallo stop con troppa foga.
Non mi ingarello mai. Neanche alla guzzina piace granché, ci è davvero poco portata: troppo placida, quasi pigra; lei si offende soltanto se maltratti la frizione. In questo è come me: non le interessano né gare né paragoni, fa da sé il proprio ritmo.
A volte sulla strada si incontrano altre moto o scooter, e si fa qualche chilometro in compagnia. Poi le strade si dividono: un saluto veloce, e via. Ma è la guida solitaria quella che dà maggiore soddisfazione: perché quello a cui aspiriamo non è più velocità, ma è l'armonia perfetta tra due corpi imperfetti: un essere umano e la sua moto.
Cristiana

Il dono



Dal sito: motocicliste

IL DONO
Più di 2500 km in 7 giorni. In moto.Sempre in moto, montagna dopo montagna, curva dopo curva.Non ho il dono di fare foto speciali da mostrare e nemmeno quello di raccontare itinerari per dire come è stato. Purtroppo. Io ho solo il dono di andare in moto."Non un gran dono" si dirà. Anche perché non è che io vada in moto veloce come Alessia Polita, di traverso come Paola Cazzola, o nel deserto come Enrica Perego.
Io vado soltanto in moto.Vado in moto con tutto, col corpo, coi sogni, con le idee. Con la vita che ho di volta in volta.E' in moto che ho imparato a riconoscere i posti e le direzioni dagli odori, dalla posizione del sole, dai cartelli invisibili, da quelle cose scritte sul mondo che spesso sfuggono, ma a me danno il senso della strada, dell'asfalto, dei posti dove andare. Più di 2500 km di statali, provinciali, valichi, linee curve appena segnate sulla carta: "tutte-strade-purché-mai-dritte" tra Toscana, Dolomiti, Germania, Austria, ancora Dolomiti, ancora Toscana. All'apparenza quattro scenari, semplici e chiari da capire. Quattro mondi, quattro atmosfere, quattro direzioni.Il fatto è che in moto ogni montagna ha il suo sapore, ogni curva ha la sua traiettoria, ogni paesino il suo gusto, ogni odore il suo spazio. In moto ogni momento è unico, ogni frenata, scalata di marce, posizione del corpo, sguardo... tutto è differente dal momento successivo, quello in cui non sai ancora se ci sarai e dove sarai.Basterà niente a tradirti. Niente a cambiare i tuoi piani. Niente a modificare ogni cosa. Ogni momento lo vivrai sulla pelle, d'istinto, distinto dall'altro.Come il caldo, il gelo, il vento, la pioggia... che sentirai susseguirsi nel giro di pochi attimi. In pochi attimi sentirai il tuo corpo che ti stupirà, adattandosi a ogni temperatura, cultura, circostanza. Il pericolo, l'estasi, la paura, l'eccitazione, la scoperta, la stanchezza, il piacere.Il viaggio in moto.
Più di 2500 km in due a condividere tutto, stesso passo curva dopo curva, le moto così vicine a fidarsi totalmente, come nell'intimità dei nostri ritmi simili, senza una gara, senza un maestro, senza una vera distanza. Solo quella breve del momento, delle moto che di volta in volta si scambiano posizione per gioco, o la distanza degli imprevisti che per qualche attimo si frappongono tra noi da stradine laterali, una distanza che si annulla presto, il tempo di superare gli ostacoli, il tempo di far tornare la voglia - quella voglia che torna sempre - di riprendersi. Fabio, me, le nostre moto, anime e corpi: stesso numero di giri.
Io ho solo il dono di andare in moto.Il dono di viaggiare così e godere della vita che mi passa intorno, di abbracciarla, insieme alla moto, a lui, al mondo. Un abbraccio che in un momento realizza il sogno di una unione totale. "Tutto rimane sospeso, niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sono definitivamente appagati". E, come scriveva Barthes, lotterai senza tregua per ottenere quell'appagamento di nuovo: attraverso tutti i meandri, tornerai a cercare, vita dopo vita, strada dopo strada, il dono di quell'abbraccio, di quell'unione totale.Attraverso tutti i meandri, tornerai a cercare di ripartire ancora.
Paola

La strada più bella del mondo



Dal sito: Motocicliste


LA STRADA PIU' BELLA DEL MONDO
La strada più bella del mondo la cerco ogni domenica, ogni volta che esco in moto ma c'è sempre qualche dettaglio che non va... tanto che a volte, penso non esista, penso sia tempo sprecato cercarla e sognare di andare forte.
La strada più bella del mondo non esiste.
Fino a quando, un giorno, dopo che hai già 500 km addosso, ti trovi in un posto, bellissimo, fai due curve, cinque dieci.
E te la trovi davanti. Come ogni cosa, quando meno te l'aspetti, piano piano, piega dopo piega, ci sei sopra... Sulla strada più bella del mondo.
E non si può spiegare, non sono tanto brava da mettere su carta ciò che i motociclisti sentono e fanno. Però sei lì. E se prima eri stanco e non vedevi l'ora di arrivare per toglierti la tuta, adesso, tela faresti marcire addosso.
E se prima dormivi, braccia e gambe indolenzite, adesso non vorresti mai che finisse.
Perchè la strada più bella del mondo sembra quasi un sogno, e i sogni non dovrebbero finire mai.
La strada più bella del mondo come ogni strada, ha un nome, il cui suono ha qualcosa di immenso e mistico...
Gran Sasso d'Italia.. quasi come se lì, accentrasse tutta l'Italia. E se non bastasse, anche una precisazione, quando ci pensiamo, noi miseri sciatori del nord, ci sentiamo schiacciati.. Campo Imperatore.
Si, la strada più bella del mondo è laggiù; lontana, fascinosa e quasi irraggiungibile.
Da l'Aquila caotica e canalizzata, lentamente ti porti verso nord, attraverso colline ordinate, poi, la strada più bella del mondo si apre davanti a te.
Apre è la parola giusta.
La carreggiata è larghissima e le paline di segnalazione della neve, lasciano presagire che ti porterà molto lontano.
L'asfalto è perfetto non un'incrinatura, curva dopo curva è come se tu motociclista ne diventi parte, ogni metro un pochino più veloce, ogni piega un pochino più piega.
Ed io, con un fido motoclista davanti che tira linee perfette, giro addosso alla strada più bella del mondo, vicino, sempre più vicino all'asfalto che scorre velo ce sotto; fino a quando l'immenso ci viene incontro.
La vallata si apre ancora di più, la strada spiana e non basta uno sguardo, non basta girare la testa, intorno, infiniti prati brulli dai colori stupendi.
E sopra, la montagna favolosa.
Stacchiamo le mani dalla moto che va. E non ci resta che respirare a pieni polmoni la bellezza e la solitudine di un luogo, che pensavamo esistesse solo nei sogni. E non ci resta che ascoltare l'adrenalina.
Perchè la strada più bella del mondo è un colpo sport e un colpo poesia.
Non c'è nessuno. Solo le greggi. E noi.
Sara

La Custom della prossima vita



Pare proprio che mi resti poco tempo da vivere. Questa volta l'ho fatta proprio grossa, in effetti.
Fin da piccolo le combinavo grosse.
Ogni tanto mi spingevo oltre il limite. Non so perchè. Forse perchè i limiti che generalmente ci impongono nella nostra società mi sembrano proprio stupidi.
Allora ricordo quando al liceo citofonai in presidenza e feci una pernacchia al preside, ma invece del preside mi rispose il segretario; incolparono un mio amico che non c'entrava nulla, e dovetti andare in presidenza a confessare che ero stato io a fare la pernacchia. E siccome il segretario era un deficiente e piangeva, per non farlo piangere dovetti dire che la pernacchia non era indirizzata a lui, ma al preside, appunto.
Ricordo gli scherzi che facevamo con Mauro. Uno finì malino, perchè il barista a cui avevamo rotto le palle verso quella mezzanotte di una sera d'estate, chiamò la polizia. E la cosa finì in questura.
Ricordo gli esami finti che davamo all'unversità, la prostituta che venne ad abitare a casa mia per qualche giorno, ospite di un mio amico, e di come mi divertii ad aprire la porta ai clienti e osservarli, cercare di capire il loro mondo ma anche quello di lei, così diverso dal mio.
Ricordo il mio amico Daniele che aveva paura di tutto e io ero quello che non aveva paura, e quando lui doveva passare il compito a quello dietro, a scuola, ci pesavo io al posto suo perchè lui se le faceva sotto.
Mi sono sempre spinto un po' oltre i limiti, ma, a mio parere, senza mai eccedere. Mai droghe, mai atti illeciti o che ritenessi dannosi per gli altri.
Forse era logico che arrivato a 40 anni, con il lavoro di merda che faccio oggi, dovessi varcare limiti diversi. E quindi non c'è dubbio. Non morirò di vecchiaia.
Persone che hanno fatto la stessa cosa che ho fatto io sono morte. Ma sono morte per molto meno e io credo che abbia superato, senza rendermene conto, qualunque limite consentito.
Per giunta quando mi dissero che mi avrebbero ucciso consultai le carte. Le 99 chimere di Lorenzo Ostuni si chiamano. Danno sempre risposte precise. E la risposta è stata: "sarà un piacere ucciderti, non perchè è sempre un piacere uccidere ma perchè hai commesso il peccato più grave tra tutti quelli che potevi commettere in questa vita...".
Una risposta chiara, alla faccia di quelli che dicono che le carte sono una cazzata.
Qualche giorno fa scherzando con una mia amica che diceva di essere preoccupata per me, forse per rassicurare lei, ma forse per rassicurare me stesso, ho preso i tarocchi e le ho detto: "guarda, ora estraggo una carta e domando se arriverò alla prossima estate... così ti tranquillizzi".
Invece è uscita la morte.
C'era una possibilità su 78 che uscisse la morte. Ma è uscita.
Vero è che è da un anno e mezzo che convivo con questa idea della morte.
E vero è che sono ancora vivo.
E vero è che dal giorno in cui mi hanno detto che mi avrebbero ucciso, per almeno due volte me la sono scampata...
Totalizzando le volte che hanno provato ad accopparmi, fanno 4. Per tre volte mi hanno sabotato la moto. Ma per tre volte mi è andata bene e non mi è successo niente.
Allora penso che chissà... magari mi andrà bene anche la quarta, la quinta, la sesta volta...
Bo.
Non mi fregava nulla della vita prima di capire in che casino mi ero ficcato.
E non me ne frega nulla adesso.
Non vivo nè meglio nè peggio. Vivo solo in modo diverso.
Prima cercavo un senso alla vita, e cercavo di darglielo in vari modi. Avevo sempre qualche dubbio sul fatto che il senso che gli davo fosse quello giusto. Ma ci provavo.
Ora invece provo a dare un senso alla morte e mi faccio queste domande.
Mi chiedo se il mondo in cui rinascerò sarà migliore.
Mi chiedo se rinascerò in America, in Australia, o di nuovo in Europa.
Mi dico che in questa vita la cosa che mi dispiace di più in assoluto lasciare è la moto. Anzi. A dirla tutta non mi dispiace lasciare null' altro. Solo la moto. Chissà perchè.
I paesaggi di montagna che scorrono ai lati, quando mi fermo con la moto in un prato a meditare guardando la montagna davanti a me e la moto di lato.
Il panino mangiato mentre guardo la moto.
Il rumore del motore.
I paesi nuovi in cui arrivi, con la gente che ti guarda e guarda la moto, e tu che scendi per vedere come è il bar e poi mi domando sempre come vive la gente in questo paese, cosa farà chi ci sarà.
Dicono che quando in una vita instauri un legame con una cosa, una situazione, una persona, poi questo legame ritorna nella vita successiva.
Allora mi dico che spero di avere una Harley anche nella prossima vita. Magari rossa però.
O una Wild Star. O una Royal Star. O una Drag-star. Sono le moto che mi hanno stregato. Sono le moto che quando le guardo mi dico che è impossibile essere attratti così da un mezzo meccanico.
E sono le moto che mi scatenano pensieri filosofici del tipo: ma se vivessi in una giungla, che me ne farei di una moto? Nulla. Allora vuol dire che il mio è un bisogno indotto dalla società. E' un... nulla... Desidero una cosa che non esiste.
Ma poi mi dico che me ne frega... Assecondiamo questo desiderio creato ad arte dalla nostra società.
Ma magari se mi comprerò una Custom anche nella prossima vita, la vorrei un po' prima dei 40 anni.
Ho avuto altre moto, si, ma la Custom mi avevano sempre affascinato e non avevo i soldi per comparle.
Li ho avuti un po tardi. E allora mi dico che nella prossima vita spero di comprarmela un po' prima. Verso i trenta anni è l'età giusta; se arriva troppo presto non te la godi, la dai per scontata, e magari finisce pure per annoiarti. Se però la compri troppo tardi ti pare di dover recuperare il tempo perduto, e allora finisce che hai sempre una sorta di ansia di salirci sopra ogni momento e con ogni scusa possibile.
.
Fra qualche giorno partirò per una vacanza in moto.
Vivere a contatto con la morte e con l'idea che l'indomani potresti non esserci più provoca una conseguenza curiosa. Ogni volta che faccio qualcosa infatti mi dico prima "ma se domani dovessi morire, è importante questa cosa che sto facendo?". E spesso la risposta è no, e allora non la faccio.
Spesso mi pare solo di trovare una scusa per non fare un cazzo. Perchè magari mentre sto lavorando mi dico "ma se domani dovessi morire, è importante questa cosa che sto facendo?"; in genere mi rispondo di no, e mi domando "allora cosa vorrei fare?". E salgo sulla moto a fare un giro per il solo gusto di farlo, per vedere il lago, per salire in alto e guardare dall'alto...
Allora sono due le cose che vorrei fare, in questo momento...
La vacanza, che inzierà il 22 e che spero di portare a termine senza morire prima. E poi voglio rivedere mia sorella, perchè da piccoli non ci siamo apprezzati abbastanza.
Domani invece cambio programma. Non vado al lavoro. Accompagno la mia ex a fare alcune cose per lei importanti. Ovviamente in moto. Voglio tanto bene a M. Ma non mi dispiacerà lasciarla. Anzi. Magari da un'altra vita torno e la aiuterò ad essere un po' più serena. E magari dopo aver capito il senso della vita (perchè da morti spero che lo si capisca) torno e glielo spiego.
.
Strana passione, la moto. Mica l'ho mai capita però.
So solo che le custom mi piacciono così tanto che le desideravo fin da piccolo. E so che le desideravo così tanto che pensavo che non ne avrei mai avuto una.
E oggi spesso guardo la mia moto mi pare di averla desiderata troppo in passato, che quasi mi pare di desiderarla ancora, quasi non mi pare vero e mi ritrovo a provare la stessa sensazione di una volta, quando dicevo "Dio quanto è bella, non avrò mai una moto così".
La desideravo così tanto che la desidero ancora, quasi come se non l'avessi.
E sapere che potrei morire da un momento all'altro accentua questo mio strano desiderio, questa strana sensazione di desiderare una cosa che in realtà ho.
Chi l'ha detto poi, che quando una cosa ce l'hai non la desideri più? A me questa filosofia è sempre sembrata una cazzata, e infatti adesso che ho la cosa che desideravo di più, paradossalmente la desidero ancora.
.
Non rimpangerò questo mondo stupido. Ma mi domando se mi mancheranno le Custom.
Anzi, talvolta mi auguro che vengano presto a fare il lavoro che devono fare; entro in casa e mi dico "ora sono dietro alla porta, e per me è finita"; oppure mentre viaggio in moto penso ad un auto che da dietro mi dia una spinta e mi faccia cadere nel vuoto, come in Thelma e Louise.
Penso alla moto che resterà senza padrone, e poi mi dico... le Harley dicono che durino per sempre, pensa un po' se rinasco e quando ho trenta anni mi ricompro proprio la mia, senza sapere che mi era appartenuta?


lunedì 29 giugno 2009

Come è cominciata






Tutto cominciò quando un mio amico mi prestò una sportster 1200. Anzi. Cominciò da prima. Ho sempre adorato le custom ma ho sempre pensato che non le avrei mai comprate perchè troppo care. Infatti mi comprai un Beverly 500, il cui faro tondo ricorda molto una custom.

Ma erano anni oramai che non ce la facevo più.

Prima o poi pensavo che mi sarei comprato la custom. Mi informavo sui prezzi. Guidavo quelle che potevo. Qualunque custom. Purchè Custom e di grossa cilindrata, per lunghi viaggi comodi.



Poi il mio amico mi presò la sportster. Lui partiva per qualche anno e mi disse "tienila tu finchè non torno".

Iniziai ad andare in giro in Harley.

Inizialmente la criticavo. Troppo rumore... appena posso ci metto le marmitte originali, dicevo.
Le sospensioni una merda. Il sedere mi faceva un male cane.
Feci un viaggio in Abruzzo per una settimana, e non riuscivo a fare più di 200 km al giorno senza che mi bruciasse il sedere.

Poi però sono cambiato ed è iniziata una strana simbiosi tra me e la moto.
Non ho più cambiato le marmitte. Il rumore mi piace così.
Me ne frego se le sospensioni sono dure.
Mi affascina, e ogni scusa è buona per salirci sopra.
Sono arrivato al punto da prendere la moto per andare io personalmente dai clienti, senza aspettare che i clienti vengano da me. Trovo una scusa "non si preoccupi... tanto domani sono proprio da quelle parti" e passo io da loro.
Almeno posso salire in moto.

Ogni scusa è buona per salire in moto e girare. Spesso la mattina prima di iniziare a lavorare decido che no, prima devo passare a prendere un pezzo di pizza in quel paese che sta a dieci chilometri; oppure decido che mi serve un oggetto da lavoro che vendono proprio a venti chilometri dal posto di lavoro.

Non ho più cambiato le marmitte e la harley sono stupende così. Pure se hanno una marea di difetti.



Mi sono comprato un'Harley Davidson



Un giorno mi sono comprato una Harley Davidson.
Era il giorno in cui mi dissero che mi restava poco tempo da vivere. Bene, se devo morire presto, dissi, vado a comprarmi una Road king. Tanto se muoio fra poco non avrò il problema della rate da pagare e chi se ne frega se costa tanto.
Ma se vivrò, sarò felice di arrivare al terzo anno e pagare una maxi rata che ora non posso permettermi. Ma... fra tre anni chi lo sa se ci sarò.

E' passato oltre un anno e sono ancora vivo. La maxi rata si avvicina. Ma io guardo la mia Harley e mi ricordo che sono ancora vivo.
Dopo l'acquisto andai da un prete mio consigliere spirituale, che mi benedì la moto. E mi disse: "hai fatto bene a comprarla... ti hanno condannato a morte, e tu ti sei condannato a vivere, perchè ora devi goderti la moto..."
L'Harley Davidson è un po' la mia condanna alla vita.